Artusi e gli editori fiorentini - Recensione

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Il buono del sapere

Oramai da qualche anno Monica Alba osserva, descrive e arricchisce il mondo di Pellegrino Artusi attraverso lo studio della sua corrispondenza o di quella delle persone a lui più prossime. Se in «Domestici scrittori», curato insieme a Giovanna Frosini, l’indagine investiva i carteggi “domestici” artusiani, ossia le lettere di Francesco Ruffilli, Marietta e Itala Sabatini, nel lavoro di fresca uscita per Olschki, che si colloca nella prestigiosa collana Biblioteca dell’«Archivum Romanicum» (Serie I, n° 515), centrali sono invece gli scambi di comunicazioni “commerciali” con editori e stampatori fiorentini.

Dal punto di vista della struttura, il volume si divide in due parti. I capitoli II-V ospitano e organizzano i carteggi intercorsi tra Artusi, e in seguito tra i suoi eredi, e le varie figure coinvolte nel ventennale progetto editoriale della Scienza in cucina: le lettere – alcune delle quali sinora inedite e opportunamente contestualizzate da Alba – sono qui proposte per la prima volta in un’edizione filologicamente sorvegliata e con commento storico. Il capitolo I, invece, intitolato La vera storia della «Scienza in cucina», interpreta e prova a ricostruire il contenuto della corrispondenza, analizzandola puntualmente con l’ausilio della bibliografia di riferimento e fornendo ipotesi di soluzione nei casi più spinosi.

Della Scienza in cucina non è mai stato rinvenuto alcun manoscritto di lavoro: per questa ragione, il risultato più rilevante del libro di Monica Alba appare la possibilità di entrare nell’officina del testo. Restando strettamente circoscritti all’ambito redazionale, ad esempio, i carteggi permettono di notare la centralità nel progetto di Alberto Landi: vero e proprio curatore ante litteram, piuttosto che semplice tipografo (nell’accezione oggi comune), al quale spettavano compiti cruciali nell’allestimento delle nuove edizioni. E accanto a meccanismi e consuetudini propri della sfera editoriale, quali gli accordi con i librai o le dispute sui costi delle pubblicazioni, il libro di Alba porta alla luce anche dati utili a riconsiderare la storia della Scienza in senso più ampio: la studiosa, per esempio, documenta l’originario tentativo di Artusi di fare inserire la propria opera nella collana di manuali Hoepli, poi fallito in seguito alla richiesta troppo esosa dell’editore; o tenta di far luce, districandosi nel rovaio di brevetti e normative e avvalendosi della corrispondenza tra le case editrici e l’avvocato Casoni, sulla questione della pubblicazione (pirata o legittima?) della decima edizione della Scienza per i tipi di Salani.

Sullo sfondo, i carteggi aprono inoltre anche a ulteriori focalizzazioni. È notevole, per esempio, come la corrispondenza fornisca all’autrice spunti interessanti per sondare la fisionomia dell’editoria fiorentina tra il XIX e il XX secolo, ora soffermandosi sulla descrizione dell’ascesa di Bemporad e sulla sua presenza tentacolare in Italia, ora formulando ipotesi sulle apparecchiature tipografiche concretamente presenti nella stamperia dei Landi.

Tra gli aspetti che affiorano in maniera “collaterale” rispetto al focus dell’opera, tuttavia, quello più gustoso (è proprio il caso di dirlo!) è probabilmente l’arricchimento della fisionomia caratteriale artusiana. Il ritratto dell’uomo che emerge alla lettura delle sue lettere, infatti, lascia intravedere alcune delle sfumature che lo resero un commerciante abile e scrupoloso: la sua meticolosità, ad esempio, che si delinea nella volontà di verificare personalmente l’opportuna ricezione di ciascuna revisione durante l’ultimo giro di bozze; ma soprattutto la sua intransigenza rispetto alle questioni economiche, massimamente evidente nell’occasione dello sconto negato all’editore Bemporad, al quale era legato da un’amicizia ventennale, in merito al prezzo d’acquisto delle copie della tredicesima edizione della Scienza. In fondo, l’estremo rispetto che Artusi aveva per la propria opera trova una perfetta corrispondenza nella cura con la quale ne tutelava il valore non soltanto intellettuale. E di tale cura, queste lettere sono ora un prezioso testimone.

Monica Alba, Artusi e gli editori fiorentini. La scienza in cucina e l’arte della stampa, Firenze, Olschki, 2021. Recensione di Salvatore Iacolare, Università di Napoli Federico II, ricercatore progetto PRIN AtLiTeG