Artusi all’Università del Wisconsin-Madison, 1911-2021
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Giorgio Manganelli sottolineava che Artusi “non trovava la sua legittima collocazione nelle biblioteche; giacché si trattava di un libro di cucina”. Manganelli sarebbe contento di sapere che nella sezione “Special Collections” della biblioteca “Memorial” della University of Wisconsin-Madison Artusi si trova in compagnia di manoscritti e libri rari di letteratura, storia, scienza, teologia e filologia e che ci sono ben nove edizioni (dal 1897 al 1910) del ricettario artusiano e che, inoltre, ci si augura di avere una copia di ognuna delle quindici edizioni pubblicate nel ventennio 1891-1911. Nel 2019 la mostra “Pellegrino Artusi e l’unità italiana in cucina” presso la biblioteca “Memorial” includeva i 14 pannelli con testo italiano-inglese (realizzati da Casa Artusi, la regione Emilia-Romagna e il comune di Rimini), diverse copie del ricettario artusiano in italiano e in inglese ed altri documenti e libri della cultura gastronomica italiana. In una bacheca appariva la prima copia del ricettario artusiano presso la University of Wisconsin-Madison: sulla prima pagina (“La storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”) si legge “Library College of Agriculture University of Wisconsin Madison” e “1911”. Quella copia si trova ancora sugli scaffali della biblioteca “Steenbock” tra ricettari, manuali per la casa, libri di giardinaggio. Si pone ancora il problema della collocazione di Artusi? Insegno Artusi regolarmente da anni in corsi su letteratura e gastronomia italiana (sia in italiano che in inglese) seguendo l’insegnamento del bibliotecario Olindo Guerrini citato da Artusi: “una discussione sul cucinare l’anguilla, vale una dissertazione sul sorriso di Beatrice”. La sensibilità e collaborazione dei bibliotecari è fondamentale per la ricerca e la didattica: oggi gli studenti possono lavorare sulle diverse edizioni artusiane (1897-1910) nella “Special Collections” o lavorare sulle edizioni inglesi o edizioni italiane recenti nelle altre biblioteche universitarie. La peculiarità del genere del libro si riflette nella collocazione di Artusi in diverse biblioteche e gli studenti vanno alla ricerca di Artusi nelle varie biblioteche del campus. Anche questa è biodiversità. La quinta edizione, pubblicata da Landi nel 1900, si può consultare nelle sale della “Special Collections” con particolare emozione se si sta leggendo il romanzo Il borghese pellegrino di Marco Malvaldi in cui Artusi regala una copia fresca di stampa della quinta edizione della Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene a Paolo Mantegazza che esclama “Oh, che beltà”.
Artusi “arriva” in italiano nella biblioteca della University of Wisconsin-Madison nel 1911. Bisognerà aspettare fino al 1940 per la prima traduzione inglese di una selezione di ricette artusiane a cura di Joseph Di Cecco per Vanni editore a New York (edizione poi aggiornata e ripubblicata a cura di Olga Ragusa sempre per Vanni) – entrambe nel nostro catalogo. Artusi arriva grazie agli emigranti ma arriva anche grazie ad una distribuzione presso le biblioteche. La storia delle 15 edizioni dal 1891 al 1911 è la storia di un libro, di una comunità di lettori, di un gran daffare a piazza d’Azeglio ma la storia del viaggio del libro verso le Americhe e la diffusione del libro in America è ugualmente affascinante e ancora da approfondire.
Grazia Menechella
Docente di letteratura italiana contemporanea
University of Wisconsin-Madison