2015 - Nadia Tessitori
Fisioterapista nella vita, cuoca per passione. È Nadia Tessitori di Tolmezzo (Udine) vincitrice del Premio Marietta 2015. La ricetta “Cjarsons alla luganega e sclopit” è stata giudicata la migliore dalla giuria presieduta da Verdiana Gordini (Presidente dell’Associazione delle Mariette), insieme a Giorgio Amadei (Ais Romagna), Carla Brigliadori (Responsabile della scuola di Cucina di Casa Artusi), Franco Mambelli (Comitato scientifico Casa Artusi), Caterina Vlbonesi (Premio Marietta 1997).
La sua preparazione gli è valsa il primo posto nella sfida ai fornelli con gli altri quattro finalisti selezionati dalla Giuria del Premio Marietta: ROBERTO GRACCI, Imprenditore di Lucca, ANGELA ALLEGRA, Casalinga di Catania, MARIA CRISTINA DARAIO, Casalinga di Taranto, DOMENICA ROMANELLI, Medico di Bari.
“Verdetto non facile per l’altro livello dei partecipanti, tra il più qualificato delle ultime edizioni – ha spiegato Verdiana Gordini – La scelta è andata alla ricetta di Nadia Tessitori per la spettacolare semplicità e l’elegante manualità del suo piatto”A premiare la cuoca per passione è stato Mario Mezzanotte di Conad che ha consegnato i mille euro del primo premio, e 5 kg di pasta assegnati anche agli quattro partecipanti.
Persona di poche parole Nadia Tessitori, in pieno spirito friulano. “Confesso che ero molto emozionata al momento dell’esecuzione della ricetta, così come confesso di essermi molto divertita in questa esperienza che consiglio a chiunque – sono state le sue prime parole – Artusi per me è una pietra miliare in cucina, il suo libro oltre ad averlo letto, ancora oggi è in primo piano nella mia libreria”.
La sua partecipazione è stata quasi casuale: “E’ stata una mia amica, Catia Cordazzi, a convincermi a prendere parte al concorso. Le mie resistenze erano tante, lei mi ha iscritta”.
Fisioterapista nella vita, dunque abituata all’uso delle mani. “Posso dire di essere stata favorita. La mia professione, oltre alla manualità, mi porta in contatto con tante persone che spesso mi raccontano le loro preferenze a tavola. Lo scorso anno ho deciso raccogliere le ricette dei miei pazienti in un volumetto ‘Pane, amore e fisioterapia’, il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza”.