Guidi Elisa (nipote) | 20/01/1907 | n.952
Trascrizione CCM
Pisa 20 gennaio 1907 ore 19
Caris(si)mo zio
La zia come le scrissi è in
casa nostra perché qua a Pisa non ci sono per ora posti adattati
dove poterla mettere e perciò noi stare tranquilli. Nelle condizioni
di salute in cui è, bisogna che chi la custodisse o sia parente od
abbia una gran carità e coscenza perché è una malata che è quasi
sempre fuori di testa, cioè è diventata come una bambina, le
condizioni di salute, come disse il professore che la visitò in quei
tre giorni in cui fu all’ospedale sono le seguenti. Per la paralisi
è gravissima, ma la fibra individuale l’ha fortissima, e lo
stomaco e i polmoni l’ha eccezionalmente forte per la sua età. La
paralisi che prima le aveva preso le gambe, e le reni, e un poco la
testa, ora come già le scrissi le ha presa la gola ed è molto
peggiorata per la testa (è però un poco migliorata da quando fece
il peggioramento) perché ora può nutrirsi a liquidi, basta
darglieli a pochino per volta, perciò le diamo brodi ristretti con
del pollo tritato nella minestra, uova e latte, perché lo stomaco
della zia richiede del nutrimento. Per ora non è in grado di potersi
tenere levata nella poltrona, e si leva solo dal letto per rifarlo ed
allora si trasporta a braccia sopra ad un sofà che è in camera. Non
possiamo lasciare la zia mai sola ed è perciò che ci vuole la
monaca di giorno e di notte, prima perché per le condizioni gravi in
cui è ha sempre bisogno di qualche cosa, poi perché ha la smania di
levarsi e camminare e cerca di buttarsi giù da letto. Basta una
monacha sola tanto il giorno che la notte perché le si aiuta noi.
Dovendo fare la monaca ancora la nottata, prendono £ 2.00 la notte e
£ 1.00 il giorno, desinare e un po’ di latte e caffè la mattina
dopo avere fatta la nottata. A desinare essa non può andare al
convento, perché noi stiamo troppo lontani da questo. Mi dimenticavo
dirle che il medico disse che se non le si ripete la paralisi, a
motivo della costituzione forte sarà una malata che andrà molto al
lungo. La zia cerca continuamente il marito, e smania per ritornare a
casa dove crede di ritrovarlo, si sperava che senza sentirlo più
rammentare se lo dimenticasse, ma invece l’ha proprio fisso in
mente, noi naturalmente cerchiamo d’illuderla e non ci riesce
difficile perché tutto capisce in confuso, e lo cerca più per
istinto che altro. Se le si dicesse che il marito è morto e la
mobilia sperperata, si teme che la condizione di salute peggiori,
perché la più piccola cosa l’eccita e l’esalta, oggi perché a
sentito nominare Lei, è tutto il giorno agitata perché vuole una
sua visita; perciò a noi ci pare prudente a non dirle nulla della
morte del marito, molto più che fece questo peggioramento quando
vide il marito malato. Finalmente è terminata la divisione della
roba di casa della zia, e creda siamo proprio contente di non avere
più nulla che fare con quella gentaccia dei nipoti del Seghieri
(tutta gente pregiudicata e miserabile) che per tenerli al posto ci è
voluta non poca fatica perché non intendevano di dare il terzo che
spettava per legge alla moglie. I nipoti del Seghieri dovevano pagare per legge
la parte che spettava loro delle spese fatte per la malattia e morte
dello zio Paolo e alla moglie per legge toccava pagare il terzo solo
delle spese fatte, ma non ci fu verso di avere nulla, anzi mio
cognato propose loro (non avendo questi nipoti neppure un soldo) che
almeno dassero un mobile o biancheria per corrispondere a ciò che
dovevano per giustizia alla moglie, ma non potè ottenere nulla
benché facesse tutto il possibile; e per quella misea non meritava
farci entrare le autorità. I denari avanzati della dote della zia
cioè quelle 1900 lire che erano vincolate, come lei ci scrisse si
sono fatte svincolare e ci è voluto di spesa di £ 8,50. Alla morte
dello zio Paolo in casa fu trovato £ 45 e pochi centesimi delle
quali £ 29,00 furono lasciati alla zia Rosa ed il resto bisognò
lasciarli ai detti nipoti. Per la divisione della mobilia fu
necessario prendere uno stimatore, per farle avere la parte con
giustizia, furono fatti 3 lotti di eguale valore, e tirato a sorte
quello che doveva toccare alla moglie, perché non vollero i nipoti
del Seghieri fare scegliere ciò che fosse stato necessario alla zia.
Babbo ha pagato tutti quelli che dovevano avere, perciò tanto per il
tempo della malattia e dopo la morte, mi ci è voluto le 178 lire che
ci erano in un libretto della Cassa più 39 lire. Ci è voluto tutti
questi denari perché ci è stato da pagare £ 29 di un mese di
pigione di casa, £ 16 di medico, £ 8,50 per il ritiro delle £.
1900. Per l’assistenza di giorno e di notte per i due ammalati £
53,50. Vestitura e nottata al morto fatta da un uomo £ 10,00. Cassa
mortuaria £ 12,00. trasporto tutto compreso fatto economicamente £
33,80. Stimatore della roba £ 25,00. Trasporto della roba da casa
Seghieri a casa nostra £ 5,20. £ 21 per i 3 giorni che la zia
stette in ospedale. £ 3 alla donna che portava l’acqua in casa
della zia, che l’avanzava. Come già le scrissi la zia si levò di
casa, prima che morisse il marito, e si fece proprio bene perché
appena entrati in casa i nipoti del Seghieri erano tutti inveleniti
perché la zia Rosa sopravviveva al marito e ne volevano la morte, si
venne a sapere allora, che lo zio Paolo in quest’ ultimi anni,
quando cioè la zia non era cosciente di quello che faceva, le fece
fare un testamento nel quale si fece lasciare erede universale. Era
per questo che i nipoti del Seghieri volevano la morte della zia
prima di quella dello zio Paolo e rimanere loro eredi di quei pochi
denari rimasti. Questo testamento fu fatto fare da un notaro che non
ha buon nome, perché si presta in casi che gli altri si rifiutano.
Le copio un pezzetto di questo testamento, perché merita proprio che
senta come è stato scritto. «Nomino
ed istituisco erede universale di tutto quanto mi troverò a
possedere all’epoca di mia morte l’amatissimo mio consorte Paolo
Seghieri. Ciò faccio per la compagnia fedelissima che mi fece nei
lunghi anni del nostro matrimonio e per le cure delicate ed
affettuose che sempre ebbe a prestarmi e che senza dubbio mi presterà
fino alla morte. Questa è la mia precisa volontà di cui ordino la
intera osservanza, e voglio che ogni precedente testamento mio
s’intenda dal presente per intero abrogato e quindi senza valore di
sorta». Noi quando si lesse questo la copia trovata del testamento ci si
rise proprio di cuore, nel sentire che costituiva erede il marito in
ricompensa delle
cure delicate
che sempre le aveva usato. Noi si
cerca di fare tutto con più economia che ci sia possibile, ma è una
malattia che richiede spesa; il maggiore consumo e spesa è il
bucato, il lume e il fuoco, compreso tutto per ora va circa a £ 2,50
il giorno compreso il desinare della monaca; ma con precisione glielo
scriverò quando sarà terminato un mese perché a settimane va più
e a settimane meno; bene inteso senza £ 3,00 per l’assistenza
delle monache. Avevo quasi terminato di scrivere questa mia quando ho
ricevuta la sua cartolina e mi affretto a finirla perché la possa
ricevere domani mattina. Avevo tardato a scriverle come le avevo
promesso, perché ho aspettato che fosse tutto terminato e tutto
sistemato. Stia tranquillo che di certo non ci saranno molestie da
quella canaglia dei Seghieri perché si è fatto tutto in regola ed
ora tutto è terminato e non ci abbiamo felicemente più nulla da
fare. Mi sono dimenticata di dirle che morto il marito, la dote
rimane svincolata e quelle 1900 lire residuo della dote della zia
sono state trasportate in un libretto al portatore della Cassa di
Risparmio di Pisa ed è stato per questa mutazione che ci è volute
le £ 8,50 come già le ho scritto. Babbo sta bene, come pure noi,
qua a Pisa ci sono stati dei giorni freddissimi ma però non ci sono
malanni. Le unisco la nota della roba che è toccata alla zia. Babbo
al principio della malattia del Seghieri consigliò questo a fare
qualche disposizione a favore della moglie, ma non ne volle sapere, e
non fece nulla. Riceva saluti cordiali da babbo e un bacio di cuore
da Pia e dalla sua aff.ma nipote Elisa Guidi. Teresina è a
Bientina.