Guidi Elisa (nipote) | 14/12/1906 | n.948
Trascrizione CCM
Pisa 14 dicembre 1906
Caris(si)mo zio
La ringrazio a nome pure di babbo e di Pia del graditissimo dolce e dei fagiuolini che ci ha mandati. Ci dispiace nel sentire che costà abbiano un freddo così intenso, qua la stagione si mantiene buona, l’altro ieri fu un po’ freddo, ma ieri ed oggi sono giornate primaverili. Pia ed io dal principio dell’inverno cominciammo l’esercizio, che lei a Viareggio ci consigliò. Per i Seghieri abbiamo un gran pensiero, perché ancora lo zio Paolino non istà punto bene di salute, e la zia Rosa vedendo suo marito incomodato è di pessimo umore, ci vuole una gran pazienza in tutto, e per tutto, specialmente a quella monaca che l’assiste; tanto marito e moglie non hanno punto buona maniera e la trattano sempre sgarbatamente, e questo modo di fare si vede noi, quando si va a trovare la zia. Noi ci si raccomanda che se la tenghino cara, perché se la disgustano è difficile di trovare da rimpiazzare e avere la buona assistenza che queste monache sanno fare. Le condizioni di salute della zia Rosa si mantengono le solite, quelle dello zio Paolino sono queste. Qualche giorno fa ebbe dei disturbi fortissimi di stomaco, con giramento di capo da non potersi reggere più in piedi, passato questo malore è rimasto abbattuto, va fuori, ma nel camminare strascica un po’ la gamba destra, è diventato sordo a un tal punto che bisogna spolmonarsi per farsi capire, e si fa tutto a dosso. Si può immaginare come sia ridotto il letto la mattina, fra tutti e due, il medico chiamato disse, che ancora lo zio Paolino ha una paralisi, questi non si avvede dello stato di salute in cui è e vuole andare fuori; la monaca fa quella assistenza che può fare ancora a Lui. Noi si sta molto in pena, perché si teme che da un momento all’altro gli succeda qualche disgrazia a uno dei due. La monaca ci sta tutto il giorno meno dal mezzogiorno al tocco, ora nella quale va a desinare, avanti di andare via spenge il caminetto leva gli scaldini, insomma cerca di sistemarli il meglio che può per evitare disgrazie; ma a volte quando è tornata ha trovato che lo zio Paolino aveva acceso nuovamente nella sua assenza il caminetto, cosa che a noi pare molto pericolosa, quando sono soli avere il fuoco acceso. La sera la monaca non va via fino a che non sono tutti e due in letto, perciò come sente rimangono soli un’ora del giorno e la notte: in casa però la notte vi è un uomo, che ci dorme perché hanno subaffittato una stanza. La zia Rosa è sempre più attaccata a suo marito, il giorno che questi si sentì male essa in tutto il giorno, non ci fu verso di farla mangiare fino a che non ebbe visto che suo marito era un poco migliorato. Scusi se l’ho annoiato con tutti questi racconti noiosi, ma si teme con due persone così invalide succeda qualche disgrazia, e noi ci si preoccupa per la responsabilità che abbiamo essendo qua, ed è perciò che le ho scritto le condizioni in cui sono i Seghieri; noi non sappiamo cosa di meglio fare di ciò che fino ad ora abbiamo fatto, se le condizioni peggiorassero allora penseremo a nuovi provvedimenti. Riceva cordiali saluti da babbo mentre le augura un buon Natale ed a questi auguri ci uniamo Pia ed io. Lo prego di salutare Marietta e Francesco con l’augurio a quest’ultimo di rimettersi presto in salute, e prego la Marietta di salutare Itala da parte nostra. Riceva Lei un bacio di cuore da Pia e da me mentre ringraziandolo nuovamente sono sua aff.ma nipote Elisa.