Babini Pellegrina | ??/06/1907 | n.86
Trascrizione CCM
Bertinoro (FO) giugno 1907
Allo zio, carissimo, Pellegrino Artusi da Bertinoro «alto e ridente» nel tempo in cui infuriava la bufera di vento che, pei molti cipressi, par gemere sinistramente sotto il cielo tersissimo. Per legge di contrasto sentite vivo, quasi pungente, il ricordo di una di quelle ore di quiete indimenticabile che offre, l’ampia distesa della ubertosa Romagna nostra, sino al confine segnato diritto dal mare che s’indovina (più che vedersi) dalla lucentezza di acciaio percosso dal sole. Bina.
Ora triste
I
Come il vento è cattivo! I cipressi
contorcon ribelli e piegan irrosi,
sibillando nell’aria, i rami spessi.
Oh! l’impotente grido degli annosi
tronchi anelanti al riposo! Ridono
le stelle vivide nel cupo cielo…
Come un lamento funebre stridono
i gufi. L’anima triste da un gelo
di paura è percossa. Come il vento
feroce, il dolore l’assale, Invano
fu, nella vita, così bel momento
oggi. Il cielo così buono, pareva
chinarsi blando a sossurare piano
alla terra, arcane cose. Fremeva
II
essa al dolcissimo abbraccio. Ondulava
magnifica la spiga risplendendo
d’oro viva vestita! sfolgorava
bagliori di fiamma! Folle ridendo
la cicala rompeva quell’arcano
silenzio! Una lama, stesa al termine
dell’azzurro cielo da ignota mano,
pareva il mare. «Angelus Domine»
squillava dall’antico maniero
solenne la campana. E l’angoscia finita
parea… Il dolente, tenace pensiero
cedea alla mite carezza obliosa.
Or la tempesta rugge e sbigottita
l’anima, si risente dolorosa.