Cecconi Enrico | 20/01/1901 | n.741
Trascrizione CCM
Firenze 20 gennaio 1901 sera
31 via Luigi Alamanni
Pregiatissimo sig. Artusi
Le scrivo non avendo potuto esternare a voce l’impressione ricevuta dalla donna condottami da Marietta. L’impressione è stata poco favorevole a motivo del gran rossore che aveva sparso su tutto il viso. Se questo si fosse limitato alle guance, si sarebbe potuto spiegare coll’avere camminato in fretta e coll’essere accaldata. Ma questo rossore si estendeva e cuopriva la fronte e il mento, non diminuendo punto durante la visita. Dunque un tale rossore non posso crederlo naturale, e mi pare doversi attribuire a salsedine o ad una specie di umore erpetico. Come capirà questa vista non mi piacerebbe trovarmela sempre davanti agli occhi, e perciò non mi pare che, anche ripensandoci, mi convenga prenderla a servizio, perché vorrei finalmente mi capitasse una persona sana e giovereccia. Posso sbagliare, e lo vorrei per essa, ma questa è l’impressione che mi ha fatto. Anche la circostanza di farla licenziare dai suoi attuali padroni, non mi incoraggia per il precetto evangelico di non fare ad altri quello che non si vorrebbe che fosse fatto a noi; prima di tutto; ma poi se, dopo averla fatta licenziare, non mi soddisfacesse, non mi si potrebbe rimproverare di averla fatta uscire da un servizio ove avrebbe potuto continuare anche a restarvi? Mi sono arrivate di Sardegna 24 taccole, ossiano tordi scottati o già mezzo lessati, e che devono esser finiti di cuocere. In Sardegna le reputano cose eccellenti e voglio offrirgliene alcune perché le gusti. Possono essere fatti in salmì, arrosto, oppure anche in un pasticcio. E, giacché ne ho l’occasione, la prego gradire anche due aranci di Pisa, quelli che vide ieri nel mio studio. E con questo, ringraziando Lei e Marietta della noia procurata loro per la cameriera gradisca i miei più amichevoli saluti e mi abbia sempre pel suo aff.mo e obb.mo Cecconi.