Cavina Giulia | 20/11/1909 | n.645
Trascrizione CCM
Bologna 20 novembre 1909
Stimatissimo signor Artusi
Quantunque a corto di notizie, il desiderio di sapere qualche cosa di Lei e di Marietta, mi sprona a scriverle. Penso bene della loro salute, e la credo buona come la mia. Da circa una ventina di giorni feci ritorno in città, dopo aver passato una campagna buona per salute ma non alliena da bruschette pervenutaci dal temperamento di mio fratello. Sarà il mio carattere giudichiamolo così. Basta giungemmo alla fine e fu già molto, perché proprio in certi momenti la pazienza viene meno. Oh! come spesso si desiderava la loro presenza! noi si diceva se vi fosse il signor Artusi non direbbe questo, non sarebbe così… ma il signor Artusi quest’anno ce l’ha fatta. Anche i villeggianti di conoscenza si sono rammaricati per non vederlo quest’anno, si figuri poi noi! ci sembrava mancasse la cosa più necessaria, cosa vuol dire l’abitudine e dire che abbiamo dovuto rassegnarci ad essere privi della Loro cara compagnia, così va il mondo! Si avviciniamo al Natale ed incominciamo a pensare alla casa, e sto in angustia per la tema di un aumento, se questo avviene è un gran pensiero le pigioni sono così rincarate, che ormai il borghese non sa più come fare per stare al coperto… vedremo come la va a finire! Mio fratello trovasi in campagna colla sua perpetua a godere dico io l’umidità dei presenti giorni ed ancora non pensa a far ritorno alla città. Perdoni se troppo l’ho trattenuto colla presente avevo voglia di starmi un po’ seco Lei in ispirito. Voglia gradire i miei più cordiali saluti e quelli di Maria che m’incarica trasmettergli. Con una stretta di mano ed augurandole salute mi segno di Lei dev.ma amica Giulietta C.
Ci ricordi al buon Francesco
P.S. È venuto in questo momento mio fratello Giuseppe da me per dirmi che questa settimana viene a trovarlo a Firenze: l’ho incaricato di tante cose carissime per Loro ma non le ho detto d’avere scritto.