Carteggio

Cavina Giulia | 19/11/1907 | n.627

Lettera | Emilia-Romagna

Trascrizione CCM

Bologna 19 novembre 1907

Stimatissimo signor Artusi

Tante grazie dei suoi sincerissimi rallegramenti per i quali Ella mi dimostra la sua benevolenza per me, godendo in sapere come il mio povero cugino don Bersani mi abbia così munificamente ricordata nel suo testamento, al quale io sono gratissima e riconoscente: davvero ch’io non me l’aspettavo quest’atto generoso del suo buon cuore di animo gentile. Com’Ella saprà, tutto il suo patrimonio l’ha diviso in legati fra parenti ed opere di beneficenza; anche le sue sorelle pure sono legatarie. Ma non avvendo esso nominato un erede universale, per legge è stata nominata erede legittima la sorella maritata la quale accetta l’eredità col beneficio d’inventario di maniera che l’ultima sua disposizione testamentaria ch’era quella di lasciare ciò che rimaneva del patrimonio al cardinale di Bologna, purché lo disponesse a favore dei chierici poveri della diocesi non può essere eseguito perché illegale, per tal modo quel che rimane del patrimonio prelevati tutti i legati rimane alla sorella. Davvero che il testamento del mio povero cugino è veramente lodevole sotto tutti i raporti. Egli beneficando ha fatto conoscere quanto fosse buono d’animo e di cuore nessun parente ed amico intimissimo è stato dimenticato. Quantunque malato da tempo, la sua fine è stata imprevista. Non può credere come la sua perdita mi abbia addolorata. Poveretto era anche giovane! Tutti si rimpiange anche il parente e l’amico buono, leale ed affettuoso che non è più. Avrei voluto scrivergli tanto prima ma in tutto quel po’ po’ che ho passato, di angustie, disturbi e pensieri causa la malattia della Maria mi era impossibile il potermi occupare a scrivere. Ora che ho sistemato la mia casa, e che l’ammalata pur essendo all’ospedale, va lentamente migliorando, ho potuto collo spirito tranquillo ho potuto dedicare una mezzora a scrivergli la presente. A mezzo della Marietta ho saputo ch’Ella se l’è passata bene a Viareggio, ed ha goduto ottima salute; credo che di questo suo benessere ne godo assai e faccio voti affinché sia longanime. Io quantunque angustiata ed affaticata, ho goduto abbastanza salute, certo che temevo assai di ammalare anch’io. Basta la batosta è passata, speriamo in un migliore avvenire. Mio fratello Giuseppe già venuto da me tre volte, l’ultima per darmi la notizia, ch’io già sapevo del legato. Sono contenta ch’esso abbia rotto il ghiaccio, e sia venuto da me, unicamente per potere in caso di bisogno essergli utile, e non per altro. Esso è anche in campagna, mi si dice per far fare dei lavori di terra… chissà che bestialità di lavori farà fare e quanti denari sciuperà! Fortuna che è solo! M’avvedo che mi sono molto dilungata, ma ora faccio punto saltandolo cordialmente ed augurandole buona salute. Sua dev.ma Giulietta Cavina.


Cara Marietta

Volevo scrivere una letterina anche a lei: ma il tempo mi manca. Voglia pertanto gradire i miei affettuosi saluti insieme ad un tenero bacio dalla sua aff.ma Giulietta C.

P.S. Maria ricambia i saluti suoi. Ci ricordi a Francesco.

Trascrizione FA

Bologna, 19 novembre 1907 [AA, CAF, n° 627; lettera]

Giulia Cavina a Pellegrino Artusi e Marietta Sabatini1 [manca la busta con l’indirizzo].

[Nota di Artusi] R 20 Nov;e 1907 | Giulietta Cavina

Bologna 19/11/1907

Stimatissimo Signor Artusi

Tante grazie de’ suoi sinceris-|simi rallegramenti: per i quali | Ella mi addimostra la sua bene-|volenza per me; godendo […….], | come il mio povero cugino Don | [……]; mi abbia così mani-|ficamente ricordata nel suo | testamento; al quale io sono | gratissima e riconoscente: davve-|ro ch’io non me l’aspettavo quest’at-|to generoso del suo buon cuore, | ed animo gentile.

Com’Ella saprà tutto il suo | patrimonio l’ha diviso ai | legati fra parenti ed opere di | beneficenza; anche le mie sorel-||le pure sono legatarie. Ma | non avvendo esso nominato un | erede universale; per legge è stata | nominata erede leggittima la | sorella maritata, la2 quale accetto | l’eredità col beneficio d’inventa-|rio; di memoria che l’ultima | sua disposizione testamentaria | ch’era quella di lasciare ciò che | riceveva del patrimonio, del | Cardinale di Bologna; perché | lo disponesse a favore dei chierici | poveri della diocesi non può | essere eseguito perchè illegale; | In tal modo quello che rimane | del patrimonio prelevato tutti i legati rimane alla sorella. | Davvero che il testamento || del mio povero cugino è | ovviamente lodevole sotto tutti | i […..]; Egli beneficando ha | fatto conoscere quanto fosse | buono d’animo e di cuore: | nessun parente ed amico | intimissimo è stato dimenti-|cato.

Quantunque malato da tempo, | la sua fine è stata imprevi-|sta. Non può credere come | la sua perdita mi abbia addo-|lorata. Poveretto era anche giovane! | Tutti si rimpiange ancora il | parente e l’amico buono, | leale ed affettuoso che non è | più.

Avrei voluto scrivergli tanto prima || ma con tutto quel po’, po’ che | ho passato; di angustia, distur-|bi e pensieri, causa la malat-|tia della Maria3; mi era4 im-|possibile il potermi occupa-|re a scrivere. Ora5 che ho siste-|mata la mia casa, e che | l’ammalata; pur essendo an-|che all’ospedale, va6 lentamente | migliorando, ho potuto collo | spirito tranquillo dedicare una | mezzora a scrivergli la presente. | A mezzo della Marietta ho | saputo ch’Ella se l’è passata | bene a Viareggio; ed ha7 goduto | ottima salute come al pre-|sente; creda che di questo suo | benessere ne godo assai e | faccio voti; affinchè sia longa-|nime.|| Io quantunque angustiata, | ed affaticata, ho goduto abba-|stanza salute; certo che temevo | assai di ammalare anch’io. | […..] la batosta è passata; | speriamo in un migliore av-|venire.

Mio fratello Giuseppe è già | venuto da me tre volte, | l’ultima per darmi la | notizia, ch’io già sapevo del | legato. Sono contenta che <per> | abbia rotto il ghiaccio8, e sia | venuto da me, unicamente, | per potere in caso di bisogno | essergli utile, e non per altro. | Esso è anche in compagnia, | mi si dice per far fare dei || lavori di terra … chi sà che | [……] di lavori farà fare | e quanti [……] […….] . | fortuna che è solo?

M’arrendo che mi sono molto | dilungata. ma ora faccio punto; | salutandolo cordialmente; | ed augurandole buona salute.

Sua dev.ma

Giulietta Cavina.

Cara Marietta.

Volevo scrivere una letterina | anche a lei; ma il tempo mi | manca. Voglia pertanto gradire | i miei affettuosi saluti [………] | [..] [....] [..…] [..…] dalla

sua Affma

Giulietta C.

P.S. Maria vi ricambia i saluti suoi. Ci ricor|di a Francesco.



1 Sullo stesso foglio di questa lettera in cui Giulia Cavina scrive a Artusi, segue un messaggio per Marietta Sabatini. La nota di artusi si trova sulla quarta facciata della lettera, in alto a destra. La gamba di R[icevuto] sottolinea la data.

2 Nel ms.: lo.

3 «causa la malat-|tia della Maria»] Maria è la donna di servizio. Lo si ricava da una lettera di Giulia Cavina a Artusi: si veda AA, CAF, n° 616.

4 Nel ms.: ero.

5 Nel ms.: oro.

6 Nel ms.: vo.

7 Nel ms.: ho.

8 Con segno di correzione sulla -h- di ghiaccio.

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