Almerici Blandina | 02/10/1909 | n.37
Trascrizione CCM
Cesena (FO) 2 ottobre 1909
Preg.mo signor Artusi,
Mi pare che vada bene esclamare nel mio caso: «Chi non muore si rivede!» ed io che non son morta - scrivo. Quante volte ho pensato a lei col desiderio di spedirle una lettera, ma mille brighe mi fecero volare il mese di agosto e settembre. Rimini prima, dove trovammo ottime persone colle quali passammo bene il tempo, Tristano e Isotta poi, furono la causa principale ch’io trascurassi tante cose e la corrispondenza. Non avendo voluto far perdere la campagna a Sandrino pel teatro siamo andati continuamente giù e su e tal vita ci ha un po’ sconcertati. Margherita e mia sorella si sono molto divertite, giacché lo spettacolo è riuscito perfetto degno di una grande città. Il teatro era sempre pienissimo ed era sorprendente il silenzio religioso che regnava, tenuto ad uso tedesco per ascoltare attentamente quella difficile musica. Si gusta solo dopo parecchie sere e nelle prime s’esce dal teatro storditi, quasi col mal di testa. Si figuri che nell’orchestra v’erano circa 80 professori a suonare e con Vitale a capo, direttore della Scala di Milano. Ed Ella cosa fa di bello a Viareggio? Il soggiorno di Montecatini le fu giovevole? Il mio Sandrino ha acquistato l’appetito e la forza, ma non ha migliorato punto dalla stitichezza coi bagni di mare, come io sperava. Tal cosa mi tiene sempre in grave pensiero. Margherita sta benissimo e m’incarica dirle che quelle signore velate, ch’ella le insegna chiamare cocottes erano proprio signore dell’alta aristocrazia. Questo non assicura che oltre al vestire trasparente non avessero anche un modo di vivere a abitudini poco lodevoli e simili alle suddette giacché vi furono fatti molto piccanti!!! E la graziosa Vanda che fa? Ricorda ancora Sandrino? Gradisca insieme a’ suoi di casa i nostri saluti, mi dia sue notizie e mi creda sua obbl.ma e aff.ma Blandina Almerici.