Urbanis Ugo | 05/04/1909 | n.1918
Trascrizione CCM
Trieste 5 aprile 1909
Distintissimo sig. Artusi
Non mi tacci di negligenza, se ho lasciato passare tanto tempo senza darle mie notizie. I miei poveri nervi rimasero così scossi dal forte dispiacere provato, che ora appena dopo quasi tre mesi dalla morte della mia angelica Antonietta, incomincio a riavermi. Ogni qual volta io penso alla bontà di quell’angelo, mi vengono le lagrime agli occhi. Un certo che di nervoso, mi è sempre rimasto addosso e anche questa mia calligrafia punto elegante ne è una prova. Ora a poco a poco mi è ritornato l’appetito e vado rimettendomi, ma creda che ero ridotto assai male, dimagrato e invecchiato di molto. Se questo interminabile inverno vorrà finire e potrò incominciare un poco a muovermi al sole sarà una benedizione. Della bora triestina non le parlo, soffia violentissima da mezzo anno a questa parte, da quando cioè mi trovo qui. Ma so che anche a Firenze l’invernata è stata rigidissima. E Lei, buon signor Artusi, come sta di salute e di umore? Quante cose avrà da raccontarmi al mio ritorno. Giacché se niente succede in contrario, io calcolo di venire per qualche mese (verso la fine di giugno), a Firenze: la mia bella, la mia cara città. Come sta la cara Marietta? e la gentilissima signorina Itala? Me le saluti entrambe. E Lei, caro signor Artusi veda di passarsela il più piacevolmente possibile. Auguro a tutti loro una lieta Pasqua. Io continuo qui una vita noiata non conforme certo al mio desiderio, al mio ideale di vita, pazienza! Si abbia una affettuosa stretta di mano e mi creda suo sempre affezionato Ugo Urbanis.