Trevisan Francesco | 28/04/1906 | n.1662
Trascrizione CCM
Povolaro (Vicenza) 28 aprile 1906
Carissimo signore ed amico,
con vivo piacere rompo la nostra inveterata consuetudine di scriverci una volta all’anno, almeno a Natale; e spero che n’avrà compiacenza anch’ella, attesa la cagione, che, specialmente, mi move a farmi vivo con Lei nel mezzo dell’anno. Una gentile signora di Mantova, mandandomi saluti e auguri per la Pasqua scorsa, mi narrava, con gioia, di aver trovato un libro d’arte culinaria, che unico, fra i molti, verificò essere ottimo: e fu sorpresa di trovare nella prefazione il mio nome cortesemente e lepidamente ricordato da Lei. Senza ripetere ciò che Ella leggerà nel suo Poscritto ameno, glielo mando tale e quale, nella certezza che le riuscirà tanto più di soddisfazione in quanto l’elogio del suo trattato le viene fatto da persona non solo disinteressata ma a Lei senza dubbio ignotissima. Come vedrà ella torturava la sua mente per pure giungere a sapere chi ne fosse l’autore, o, meglio, le condizioni di lui. Io m’affrettai subito a cavarle questa curiosità disingannandola che fosse un prete, e dicendole tutto il bene ch’io so di Lei, con cui, anzi, un po’ avventatamente profferii quel presagio, che, per di Lei fortuna ed onore, riuscì al rovescio. E sì io fui de’ primi saggiatori! Cogliendo l’opportunità per cui Le scrivo, Le faccio, sebbene in ritardo, i miei auguri che insieme con i più cordiali saluti Ella vorrà accettare quale testimonianza della stima, della memoria e della gratitudine, per l’antica ospitalità, del suo vecchio amico foscoliano F Trevisan.