Malfatti Maria | 17/11/1908 | n.1194
Trascrizione CCM
Viareggio [LU] 17 novembre 1908
Gentilissimo sig. Artusi
Vengo finalmente ad appagare il suo desiderio che unita ad Edoardo infinitamente lo ringraziamo della premura e dell’affezione che ci addimostra. Come saprà dalla lettera che scrissi alla Marietta giorni fa che ad Edoardo gli è stato levato quell’apparecchio cioè i pesi, gli è stata fatta la fasciatura ingessata di tutta la gamba, è ora pari col letto però per quanto così stia meglio non sentendo più alchun dolore e digerisce bene non può però ancora muoversi dalla sua posizione e pazientemente come dice il Guarnieri dovrà starci ancora un po’ fino ai primi del prossimo mese che così si arriva ai 60 giorni di letto. Lui si impazienta e dice che quando sono compiti i 50 si vuole alzare, ma non farà poi per qualche giorno di più questa corbelleria dovendone alle volte subire nuove conseguenze. Il professore assicura che la gamba è attaccata bene e con tutta questa cura e riguardo non lascerà nessun difetto essendo anche la lunghezza perfetta all’altra. La sua salute è ottima, mangia, è allegro, l’anemia non gli prende avendo dice dal giorno che è a letto bevuto 152 uova a 4 il giorno; ha sempre quei buoni amici che volentieri gli tengono compagnia, ah ora anche il cane che dopo tanto ha potuto riaverlo, e così tutto lo ricrea e lo aiuta a passare le giornate. Capisco che alle volte ha ragione di perdere un po’ la pazienza, lo stare sempre in quella posizione per due mesi è un po’ troppo per un giovane che si sente la forza e la salute, ma da una parte così ha luogo di conoscere e considerare le conseguenze portate per un suo capriccio, il dispiacere dato, e le spese incontrate dalla famiglia. Caro signor Artusi; anch’io dico a lui che abbia pazienza ma io ne ho meno di lui passo peggio io al sicuro le giornate avendone di quelle che creda chi sa cosa farei andrei là e picchierei anche lui essendo lui la causa di questo mio malessere, desidero sempre di starmene sola, trovo solo divago nelle mie continue occupazioni della casa e della famiglia e così benché a malincuore mi tocca rassegnarmi al mio destino. Caro sig. Artusi, quando potrò comunicarle che anche per me si è aperta una nuova vita? Non lo so, ormai non dico più nulla perché mi pare che tutto sparisca e che tutto sia illusione; se mi pare alle volte (senben rare) di essere un po’ scontenta (ma contenta mai) mi viene subito amareggiata e così creda che poco o niente mi speranzo. Ma pazienza diremo e avanti staremo a vedere la fine poi! Io credo che lei conoscendomi ora bene e il mio carattere saprà anche compatirmi; vedendomi in questo momento circondata da tutte cose tristi, mi è di sollievo lo sfogarmi un po’! La mamma e la Fortunata sono 8 giorni che sono a casa, le condizioni di salute della Fortunata si mantengono per ora sempre le medesime, il dottore dice che per ora non vi trova peggioramento. La mamma stà sempre sacrificata con lei, io posso far conto ormai di non averla, solo qualche sera vado un po’ a trovarla, del resto per me è sempre la medesima vita è però che spesso sono nervosa. La nonna stà bene come pure la mamma Mario e Giovannino così mi pregano di porgergli i loro saluti uniti pure quelli dell’Elisa e dei bimbi. Il bimbo è stato un po’ tristo ma ora principia a rimettersi e stà meglio. Voglio sperare che lei pure goda buona salute, guardi di mantenersi che se arriverò a quel giorno (che è ben guadagnato) voglio magari per un’ora venire a partecipargli a voce la mia gioia a dividerla come lei a diviso ai nostri dolori. Mi voglio augurare che tanto la Marietta come Francesco e l’Itala stiano bene, saluti tutti da noi tutti anche da parte di Edoardo e famiglia. Altro non ho per ora a dirle le riscriverò quando Edoardo si alza, riceva intanto i saluti miei uniti a quelli di Edoardo e di nuovo ringraziandolo mi dico sua dev. Maria.