Babini Pellegrina | 21/12/1910 | n.117
Trascrizione CCM
Lugo [RA] 21 dicembre 1910
Carissimo zio,
non la consuetudine d’abituali auguri guida oggi questa mia, ma più
che altro il ricordo gratissimo de’ giorni che, or fa l’anno, io
passai in sua compagnia. Come passa il tempo e quante cose si porta
con sé! Il 1910 fu per me un anno laboriosissimo, pieno di vita e
ormai di ricordi! Ora sta per essere dissigillato un altro pacchetto
che racchiude 365 foglietti… che ci sarà? È la curiosità del
bimbo dinnanzi ad un cartoccio ben chiuso e confezionato… che cosa
conterrà? In fondo poi l’uomo non è che un eterno fanciullo
sempre allettato da le stesse chimere; cullato da le medesime
illusioni! Disilluso, piange, si arrabbia, ma poi torna da capo. Così
la vita che conduce insensibilmente a la morte che ci schiude la
porta del gran mistero. Al di là c’è la verità: la grande,
sconfinata nullità de la vita se non fu spesa in opere buone. Solo
la bontà soppravive a la vita nel tempo e ne l’eternità. Così
credo, perché solo tale fede rianima e conforta. Ora le mie
occupazioni non sono né molte, né faticose, punto rimunerative, ma
non posso e non debbo lamentarmene. Passata la grave burrasca de la
malattia di Mario, tutto è tornato a lo stato normale. E così la
duri! Lei come sta? quest’anno l’inverno si presenta mite, almeno
in Romagna; solo il calendario fa la spia di Natale: non si direbbe
pel bel sole smagliante. Buoni auguri di ottima salute,
innaprezzabile bene! Anno lieto, scevro da noie, coronato da meritati
compensi. Gradisca un bacio di cuore. Aff. nipote Pellegrina.