Carteggio

Babini Pellegrina | 19/01/1910 | n.112

Lettera | Lazio

Trascrizione CCM

Corneto Tarquinia [VT] 19 gennaio 1910

Carissimo zio

Dalla lettera che le unisco del R(egio) Provveditore agli studi di Roma capirà come per meritarmi quell’elogio i passati giorni siano stati per me di fatiche. Sì, per guadagnarmi stima, rispetto ed anche un po’ di affezione ho dovuto sudare. I primi atti, le prime disposizioni sono sempre le più difficili, perché bisogna fidarsi dell’istinto e muovere per intuizione, ignorando i precedenti e le condizioni reali dell’ambiente. E, appunto questi primi passi sono i più osservati e spesso sono quelli che decidono della sorte di un uomo. Mi pare di averle scritto che prima di me, già tre Direttrici furono costrette… ad andarsene. Le cinque maestre, le inservienti, la cuoca sono tutte d’accordo per farne il meno possibile, sicché trovai tutto sporco, trasandato, lurido. Trascurata l’amministrazione, disordinate le classi, una cucina atta a funzionare da emetico. Insomma un’anarchia completa. Prima ho consigliato, ho pregato con le buone, poi mi son presa la scopa in mano, gli stracci della polvere, il mestolo della pentola e senza dire parola ho fatto io. Poi quando ebbi misurata la gravezza, la durata del lavoro allora cominciai ad impormi con discernimento, ma con la massima severità. Diedi qualche castigo giusto e meritato mostrandomi inflessibile. Pare che ora le bestioline si siano ammansate. L’Amministrazione ha fatto all’Ispettore un mondo di elogi e lui stesso mi si è mostrato soddisfatto per le modificazioni portate. Ma quanta arte mi ci vuole per mantenere l’accordo fra il personale! quanta vigilanza per aver l’occhio ad ogni abuso. Quando rimango sola alla sera debbo fare una ronda accurata. Guai a trascurarla, guai a rallentare per ora il freno! Io spero, questo è il mio fine, di mettere in tutto se non la coscienza del dovere almeno l’abitudine al dovere e allora sarà scemata la mia fatica. Riguardo al paese, per posizione è bellissima e anche come aspetto. Vi sono venticinque torri! è poi richissima di ricordi storici antichi d’inestimabile pregio. Prima di addormentarmi leggo qualche pagina riguardante l’antica storia di Tarquinia veramente superba. I bimbi sono buonissimi e mi si sono subito affezionati. A pagamento ne sono cresciuti una ventina sicché abbiamo raggiunto il numero di 200 ed ora non se ne può più accettare, perché manchiamo di spazio, di tavole ecc. Parlano scorretti nella forma, ma molto bene per la pronuncia hanno la G fiorentina, senza troppa aspirazione però e la S dolcissima dei Romani. Danno del voi indistintamente. La mia posizione sociale è tenuta molto in considerazione; sono venuti a farmi visita le autorità civili ed ecclesiastiche, e molte signore. Ancora non ho potuto contracambiare visita alcuna d’altronde la mia condizione di sig(nori)na sola me ne dispensa in parte. Il clima è mitissimo, però domina molto il libeccio che sale impetuoso dal Tirreno. Mi riserbo di scrivere poi a Marietta per ora la prego di favorirmi come camp(ione) racc(omandata) quel braccialetto di cuoio di cui le rimetterò prontamente l’importo. Ed Itala studia? Teresina mi scrisse da Bientina di non essersi trovata a Pisa al mio passaggio. La pregherei di favorirmi il nome di fabbriche di cappelli di paglia, che a Firenze ed a Fiesole debbono essere in gran numero. Dovrei fare un acquisto per l’Asilo. Saluti a tutti di casa a Lei un bacio di cuore. Aff. nipote Pellegrina.

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