Carteggio

Guidi Teresina (nipote) | 20/03/1908 | n.1048

Lettera | Toscana

Trascrizione CCM

Bientina [PI] 20 marzo 1908

Caris(si)mo zio

Con piacere ho ricevuto le sue notizie e ciò che mi dice non mi sorprende, perché anche qui è un freddo umido, insopportabile e penetrante, come fosse gennaio; e in questi giorni lo rammentavo dicendo a Gigi: anche lo zio Pellegrino sarà costretto a stare in prigione come noi. Noi non ne possiamo più di questa reclusione e benché giovani ci sentiamo depressi e senz’alcuna energia. Senza poter godere di un po’ d’aria libera e di un po’ di passeggio, le funzioni si rallentano e l’organismo ne risente. Bisogna supplire col cibo nutriente e leggiero. Alla nostra età il freddo non ci darebbe noia, e ben coperti, si passeggerebbe anzi con piacere; ma non c’è verso per questo suolo paludoso tutto mota e melma da non levarci le gambe, per un’umidità così acuta che fa male alla gola e per un vento indiavolato che mugghia e sbatacchia impetuoso. A ciò aggiunga quasi tutte le notti burrasca con tuoni che mi fanno stare sveglia dalla paura e dica se, forse, non si sta peggio qui che a Firenze. L’affetto forte e la vera bontà di Gigi mi consolano indicibilmente e anche la sua compagnia piacevole (perché quando non è internato nel pensiero dei suoi affari trova barzellette e aneddoti per farmi ridere) mi distrae, ma creda che nell’inverno la campagna è molto brutta e tremenda. Del resto sono tanto occupata che mi resta anche poco tempo per leggere; mi diverto nella cucina: ieri feci una crostata perché Gigi ha poca simpatia colle frittelle e un’altra volta voglio provare lo strudel. Col suo libro non si sbaglia. Un po’ di dolce con questo tempo orribile ricrea e accomoda lo stomaco. Ma ora si dovrebbe essere alla fine di questa coda: domani l’altro entra la primavera, benché anche questa abbia del tradimento. Giacché Lei se l’è passata, grazie a Dio, senza malanni sopporti in pace queste ultime bizze dell’inverno che io chiamerei inferno delle persone un po’ nervose e impressionabili. Ma anche in primavera si riguardi con prudenza e quando la stagione sarà meno orrida e l’aria più mite per le prime volte esca in legno. Mi disse una volta che le fanno stizza le esigenze dei vetturini: per la salute non ci badi: bisogna passare sopra tante cose nel mondo! Quando io incomincio non finisco più e l’avrò noiato. Non vedo l’ora di rivedere babbo e le mie sorelle e spero martedì di fare una trottata a Pisa con Gigi. Tante cose a Marietta e di cuore: saluti da Gigi e a Lei un bacio. Aff. nipote Teresina.

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