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Cecconi Enrico | 18/09/1901 | n.762

Lettera | Toscana

CCM Transcript

Firenze 18 settembre 1901

21 via Luigi Alamanni, p(iano) t(erra)

Pregiatissimo sig. Artusi

Alla sua cortese premura non posso che affrettarmi a rispondere, tanto più che non mi opprimono le occupazioni. Con mio dispiacere debbo dirle che mi trovo sempre presso a poco nelle medesime condizioni, e perciò mi nutrisco esclusivamente a latte e uova; soltanto ho aumentato la quantità visto che posso tollerali, e del primo ne prendo 2 litri e 4 uova ogni giorno. Questa quantità è nutrizione sufficiente per chi, come me, non fa spreco di forze, non essendo ancora mai uscito di casa, tranne che per prendere una boccata d’aria in giardino, nelle ore calde e quando il tempo è buono. Durante il giorno si verifica sempre un piccolo rialzo di temperatura che, per quanto piccolo, indica che il male non è vinto del tutto, e che si potrebbe avere un peggioramento quando meno ci si aspetta. Nei giorni scorsi ho spesso pensato a Lei, immaginando bene che il soggiorno di Viareggio non doveva esserle piacevole. Vicino agli equinozi non vi è neppure troppo da sperare che il tempo si accomodi tanto presto. Vi è da sperare in un bel mese di ottobre, e Lei potrà goderne passandone ordinariamente una parte a Viareggio. Il Pagni non dimentica la commissione datagli delle azzeruole, e mi ha detto che sono appena ieri le prime, ma che non erano belle e erano care. Appena ne troverà di buone e convenienti le spedirà. Quanto alla conserva di rose le dirò che mia sorella si trattenne pochissimo, perché sapeva che io dovevo partire appena partita lei, ed io occupato nei preparativi miei non pensai affatto a farle assaggiare la conserva di rose che mi riservo di farle gustare fra pochi giorni quando, ai primi dell’entrante, ricondurrà la figlia al Poggio Imperiale. Posso dirle però, che una sera parlando di questa conserva con diverse signore, una di queste che fu la marchesa Rondinelli, madre della contessa Bastogi, mi disse che sarebbe stata curiosa di gustarne, pensando che le sarebbe piaciuta. L’indomani io le ne mandai un vasetto, e subito mi rispose che l’aveva trovata buonissima e per essa gustosissima. Di quelle due brave persone non si è più saputo nulla, e nessuno li ha più veduti. Supponesi che siano in campagna nel paese di lei ove ultimamente ebbero luogo delle feste. Finché staranno vicine vi sarà sempre da aspettarne delle nuove. Ma poi vedendo che non riescono a nulla, e che perdono tempo e fiato, finiranno i loro attacchi. Io non ho da darle nessuna notizia perché non vedo nessuno. Si abbia molto riguardo con questi brutti tempi, si abbia i miei più cordiali saluti e mi creda sempre suo aff.mo amico Cecconi.

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