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Cecconi Enrico | 09/07/1901 | n.759

Lettera | Toscana

CCM Transcript

Firenze 9 luglio 1901

21 via Luigi Alamanni, p. t.

Pregiatissimo sig. Artusi

Che cosa avrà pensato di me e del mio prolungato silenzio, dopo il suo gentile biglietto del 30 giugno decorso? La spiegazione vengo a dargliela subito, ed è che sono stato in procinto di partire; per cui non solo ho avuto molto da fare per mettere ordine alle cose mie, oltre il tempo che mi prende il mio tedesco, ma ho dovuto perder molto tempo fuori di casa, facendomi rimandare da un giorno all’altro il piacere di risponderle. Ma, poi, anche ho ritardato perché se la mia partenza fosse avvenuta, speravo poterle annunziare il mio passaggio da Porretta, colla speranza che forse avrei potuto vederla un momento alla stazione, se l’orario della cura lo avesse permesso. Infatti ebbi per un momento l’intenzione di partire per Vienna in compagnia dell’amico che mi ci condusse l’anno scorso, e dei signori Pinto i quali partono tutti insieme domani. E siccome la partenza è alle 6 di mattina, e siccome ai Bagni si è piuttosto mattinieri, così avrei avuto la speranza di vederla alla stazione di Porretta verso le 9 quando passa il treno. Non ho potuto eseguire il progetto per l’arrivo di mia sorella che non vedevo più dall’ottobre, e che viene, al solito, per prendere la figlia dopo gli esami. Non ho rinunziato, però, ad un viaggetto, e avrei intenzione di ritornare in Austria; soltanto non potrò andarmene che dopo la partenza di mia sorella, cioè dopo la distribuzione dei premi dell’Istituto del Poggio, e dopo di aver messo in ordine il vestiario borghese della figlia. Le confesso, pieno di vergogna, che non ho gustato ancora l’ultima edizione della conserva di rose; ma se ne incaricherà mia sorella cui piace assai. Sino a ora il caldo, salvo uno o due giorni, è stato abbastanza sopportabile, ma è certo che tende ad aumentare e non a diminuire. Firenze presenta il solito aspetto, cioè l’aspetto dell’estate, animandosi un poco sulla sera, e restando deserta nel giorno.

Abbiamo un discreto Rigoletto all’Arena Nazionale, e delle operette all’Alhambra, soli passatempi serali che si abbiano adesso. Spero che la cura Le giovi, e Le giovi pure il cambiamento d’aria, e che ne torni agguerrito contro i calori cui anderemo incontro. Salutandola cordialmente le stringo la mano e mi abbia sempre per suo aff.mo amico Cecconi.

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