Cecconi Enrico | 03/05/1901 | n.753
CCM Transcript
Firenze 3 maggio 1901
31 via Luigi Alamanni
Pregiatissimo sig. Artusi
Le accludo due ricette che mi è venuto in mente di cercare nella Cuciniera Genovese, ricordando che a Genova si faceva, e deve continuarsi a farsi, qualcosa di simile alla conserva di rose, della quale possiede e custodisce gelosamente il segreto la sua bionda e bella vicina. Io la ringrazio della ricetta mandatami; ma penso di attendere quella che sarà per redigere lei, dopo prova fattane, tantopiù se potrà avere a manipolare la conserva, quel cuoco o sotto cuoco che altra volta la fece. Ho chiesto al mio giardiniere se poteva procurarmi delle rose maggesi quando fosse il suo momento, e mi ha risposto di crederla cosa facile, perché vicino a casa sua, o almeno non lontano, trovasi un giardino che ne provvede pure alla Farmacia di Santa Maria Novella. Io credo che converrebbe prender subito le prime rose che sbocceranno per fare subito una prima prova, onde essere, poi, in tempo a fare la conserva in dose maggiore. La mattina del 1° maggio fui quasi risvegliato da una lettera che portavami il Pagni, e che dal forte profumo che esalava nonché dalla incerta calligrafia dell’indirizzo, dubitai venisse da qualche sacerdotessa di Venere per invitarmi a qualche sacrifizio caro alla Dea. Invece, indovini un poco da chi veniva? Veniva nientemeno che dal cuoco, il quale si scusava di non poter prendere servizio in tal giorno, avendo dolori alla vita, e augurandomi che sarebbe venuto l’indomani. Venne, infatti, ma gli dissi subito che la scusa non mi aveva persuaso, e supponevo invece, fosse stato a festeggiare il 1° Maggio coi suoi amici, e con qualche donna allegra che doveva anche avergli fornito la carta con quel violento profumo. Per ieri e per oggi l’ho dispensato dal farmi da mangiare, volendo che consacrasse tutto il tempo disponibile alla pulizia della cucina e delle stoviglie, e a mettere in ordine il suo futuro regno. Da quanto sentii, Ella aspettava la sua graziosa nipote, e se fosse arrivata la prego a volerla salutare per me, spiacente di non poterlo fare personalmente venendo a casa sua. Ma, forse, avrò la fortuna di incontrarla, perché mi immagino che andrà a vedere il Corso dei fiori alle Cascine domenica, dove andrò io pure sentendo che tutto Firenze ci andrà. Spero che la sua salute sia buona, e godrò molto se vorrà darmene la conferma. Intanto con una stretta di mano mi abbia sempre per suo obb.mo e aff.mo Cecconi.