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Cecconi Enrico | 01/04/1901 | n.749

Lettera | Toscana

CCM Transcript

Firenze 1 aprile 1901

31 via Luigi Alamanni

Carissimo sig. Artusi

Il suo biglietto avuto stamani, l’ho preso, a prima giunta, per un pesce di Aprile. Ero incerto se rispondere o nò, cioè se abboccare o no all’amo. Ma poi ho pensato che, premessa questa dichiarazione, valeva la pena di rispondere anche se si fosse trattato di un pesce che mi avesse voluto fare, come si suole fra amici. Ma, caro Sig. Artusi, quali permali potrebbero esserci stati fra noi al presente? Io aspettavo sempre, di giorno in giorno, qualche informazione concludente da Pisa, circa il noto cuoco, per comunicargliela. Aspetto sempre, infatti, le informazioni che ho domandato da una settimana al Toscanelli, che solo può darmele sulla capacità, onestà e condotta, avendolo avuto in casa, come lo stesso cuoco ha detto. Le altre informazioni che ho avuto non mi bastano, perché è necessario che vengano dai padroni che ha servito. Ma, e credo averglielo già detto, i Pisani non ambiscono ad essere chiamati solleciti. Di salute sto abbastanza bene, malgrado questi tempacci e vorrei sperare altrettanto di Lei, sebbene nulla me ne dica, per il solito detto: Nulla nova bona nuova. Stasera circa le 11, arriva mio cognato che riconduce la famiglia per rimetterla in gabbia, forse, domani stesso, giacché deve subito tornare a Venezia. Io faccio la mia solita vita tranquilla, passando la maggior parte della giornata in casa, a meno di dover fare qualche visita. Tornando mia nipote, ricomincerò i pellegrinaggi al Poggio Imperiale. Le stringo la mano e mi tenga sempre pel suo dev.mo amico Cecconi.

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