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Cecconi Enrico | 25/10/1900 | n.739

Lettera | Sardegna

CCM Transcript

Nuchis (SS) 25 dicembre 1900 (sera)

Pregiatissimo sig. Artusi

Con molto piacere ho avuto qui la sua lettera ieri sera, al ritorno da una escursione di otto giorni, e con altrettanto piacere sento che gode buona salute, benché mi si scriva da altri che costì avete avuto dei tempi cattivi ed umidi. Qui non abbiamo ancora sentito il freddo, e questa è la ragione per cui non si trovano beccacce. Sotto questo rapporto la mia ultima escursione non è stata fortunata. Però ho constatato con piacere che le febbri reumatiche non mi avevano troppo indebolito, e che il mio piede è guarito del tutto. Infatti in questi 8 giorni ho fatto la gita di andata e ritorno impiegando otto ore a cavallo, e cacciando sempre gli altri sei giorni. Oggi mi riposo e domani farò i preparativi di partenza, dovendoci dopodomani mattina trasportare in altra località per un’ultima cacciata, che durerà più o meno secondo che troveremo da divertirci. Perciò, il mio ritorno non sarà troppo lontano, e calcolerei essere costì prima del 15, 1901. Ella ha ragione di rimproverarmi per la malinconia che ancora mi dura. Ma le confesso che in vita mia non mi era mai accaduto di trovarmi mescolato in un pasticcio così disgustoso, e vittima di ignobile intrigo ordito dai più ignobili personaggi, che si sono presi il gusto di mettermi in piazza e rendermi la favola della città, dove sino a ieri nessuno si era mai dovuto occupare di me. A questo, che mi pare già abbastanza, aggiunga che questa gente mangiava il mio pane ed era da me trattata con affetto e carità mentre mi tradiva. Infine per questa gente, che avrei dovuto prendere a calci ho dovuto avere dei riguardi non per loro ma per altri; perché se altri si è dimenticato quello che si deve al proprio nome e alla propria posizione, io non ho voluto mai dimenticare di essere un gentiluomo e un galantuomo e che tutto si deve fare e sopportare per evitare pubblicità e scandali. Ma l’avere sopportato e ingoiato tanta amarezza, non può a meno di avere influito sul mio umore, dopo avermi nuociuto alla salute. Naturalmente tutto passa e tutto si finisce per dimenticare, e questo spero succederà anche a me. Ma il dovere riorganizzare la mia casa, mi fa precisamente ripensare alle cause per cui devo farlo, e quando dovrò fissare una donna mi verrà fatto di domandarmi se non avrò preso ad allevarmi un’altra serpe in seno. Per ora il mio bisogno più urgente è di una donna, benché capisca io pure che presto dovrò pensare anche ad un’altra persona, sia maschio o femmina, che possa farmi un boccone da mangiare, quando mi verrà a noia di andarlo a cercare fuori casa. Sono adunque molto grato a Marietta se vorrà aiutarmi nella ricerca di una donna che possa fare al caso mio, augurando che possa essere anche il rovescio di quella che dovrà sostituire. Sono sorpreso che i conti Fabrini non siensi per anco restituiti in Firenze, perché il Chianti è località ove non si sta più troppo bene in questa stagione. Presto, però, il freddo li scaccerà, e lei riavrà il piacere di riprendere le sue visite abituali di sera a questi amici. Dal luogo ove mi trovavo ultimamente, non potevo scrivere, non essendovi servizio postale, per cui non ho potuto mandarle i miei auguri prima di oggi. Ma oggi, ringraziandola di quello che mi invia, le auguro buone feste non solo, ma le mando tutti i miei migliori auguri per il nuovo anno desiderandole buona salute e ogni felicità. La prego a voler ringraziare Marietta e salutarla per parte mia; e ad essa pure auguro che il nuovo anno le porti gioie quante ebbe noie in questo che sta per finire. Coi più cordiali e amichevoli saluti mi creda suo dev.mo e aff.mo amico Cecconi.

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