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Cavina Giuseppe | 02/02/1910 | n.723

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 2 febbraio 1910

Car(issi)mo Signor Pellegrino

Stavo per procurarmi con lo scrivere di Lei nottizie di salute; quando sento con dispiacere dalla Giulietta come Lei sia stato indisposto, e la Marietta abbia avuto l’influenza, auguro che presto ricuperino la perfetta salute; l’invernata per solito, è sempre la stagione dei malanni, il raffreddore per me; da che comincia il freddo, e l’umidità; poco o molto, mi rimane continuato – coraggio non vogliamo perderci d’animo, non ostante il legendario astro malefico in questo anno si faccia vedere, perché le disgrazie a periodi in qualche luogo infestano sempre. Abbiamo un lagno generale del rincari in ogni genere, in ispecie dei fitti delle abbitazioni, fatto eccezione dei vini che costano poco, tanto da cagionare gravi perdite agli agricoltori in ispecie quelli che si servono dell’operaio, il quale oltre l’aumento di paga, la diminuzione delle ore di lavoro, poco lavorano; nella prossima primavera, si attende altro sciopero dei braccianti, e dei muratori, per altri aumenti di paga; grazie alle sagge teorie, e insinuazione alle camere del lavoro, dal decantato Andrea Costa – Le varie cause a detrimento del vino sono i vini aldulterati in quantità, l’uso grande delle gazose, e acque artificiali, birre, ecc., si aggiunga la grave spesa della coltivazione delle vigne, avanti se si può. Accludo con augurarle ogni bene, in ispecie ottima salute a Lei, così pure a Marietta; in tale desiderio cordialmente lo saluto; come la Marietta, la signorina Itala, e Francesco. Mi creda di Lei aff.mo amico Giuseppe Cavina.

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