Carteggio

Cavina Giuseppe | 27/05/1901 | n.662

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 27 maggio 1901

Car.mo signor Pellegrino

Con molto piacere intendo che Lei di salute stia bene come i suoi famigli; noi invece da due mesi circa, siamo mezzi cerotti – io in ispecie di cui da qualche giorno sono preso da una periostite alle gengive, poi un rafreddore che mi perdura da oltre un mese, di più infiamazione intestinale – speriamo che finisca presto. In quanto alle brighe con li scioperanti mattonai, quantunque le loro pretese indiscrete; perché tutti a orario di lavoro libero, guadagnano al giorno dalle lire due, alle lire cinque – poi non il momento opportuno per chiedere aumenti di paghe, essendovi grandi rimanenze di materiali, e poco lavoro in preventivo (causato in parte dal barocco progetto del signor sindaco nel capriccio per l’allargamento della cinta dazziaria) fra di noi proprietari di esercizi fornaci che siamo in n. 9 non esisteva accordo per cui il risultato è stato favorevole ai lavoranti con tre quarti del richiesto aumento. I divertimenti che hanno avuto luogo a Bologna, di cui io altro non ho che udito parlarne, sono stati il più delle volte molestati dalle piogge, non ostante per le gare ginnastiche vi è stato grande concorso di gente. Le invio cordiali saluti, che ne farà partecipe la Marietta e Francesco. Mi creda sempre aff.mo Giuseppe Cavina.

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