Cavina Giulia | 27/03/1910 | n.649
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Bologna 27 marzo 1910
Stimatissimo signor Artusi
Sono rimasta molto sorpresa dell’avvertenza ch’Ella mi fa di non venire io adesso a Firenze, dove non troverei alloggio neanche in un albergo. Quantunque abbia il desiderio di rivederlo come conoscente da qualche tempo: non ho domandato di venire, e tanto più che al momento non potrei per certi cambiamenti di casa mia. Di più poi se avessi avuto il pensiero di venire a trovarla, in questo tempo ch’Ella è sofferente, sarebbe stata la mia visita brevissima, né sarei rimasta in una casa a recar disturbo, cosa ch’io ne sono alliena: con questi miei pensieri comprenderà ch’io non ho mai detto di venire, per cui immagini quale è stata la mia meraviglia a leggere la sua lettera. Quanto ho detto sopra le basti per non pensare alla mia venuta a Firenze. Procuri di ristabilirsi presto in salute come le auguro e sarò lieta quando senza disturbo di nessuno Ella me ne darà notizia. Ringrazio Lei, Marietta e Francesco degli auguri inviatemi e ricambio i Loro cordiali saluti. Sua dev.ma Giulietta Cavina.
Tante cose gentili alla signorina Itala