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Cavina Giulia | 28/01/1910 | n.647

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 28 gennaio 1910

Stimatissimo signor Artusi

Forse l’importunerò colla presente ma per sapere sue notizie non ho altro mezzo. Il scrivere a Marietta e come non scrivere, essendo essa molto avara de’ suoi scritti, mentre so per prova quanto Ella sia buono e gentile col non lasciare mai una lettera senza risposta, per questo le scrivo. Colla stagione che abbiamo molto fredda e brutta bramo sapere le condizioni di sua salute, che spero siano buone, perché la sua buona costituzione ed i riguardi ch’Ella giustamente si ha. Qui a Bologna abbiamo avuto un po’ di neve ed anche ivi il cielo sembrava disposto per farcene ancora dono così che stamane, quando si è alzata Maria le ho chiesto se nevicava, invece è una splendida giornata, speriamo continui. E così si possa terminare il carnevale con allegria se non fosse altro per la vista dell’altro maggiore in quanto a divertimenti io non è parlo, poiché non vado in nessun posto, neanche ad un teatro. Mi sarà dato vedere le maschere perché alcuni volenterosi hanno proposto fra amici di fare il corso mascherato prendendo per circuito il viale Carducci e le vie adiacenti, così senza muovermi di casa prenderò parte a questo divertimento che prevedo poco brillante. Per la circostanza ho invitato le signorine Balbiani tanto perché non stiano sulla strada, così se il corso non presenterà nessun divertimento, se la passeranno in conversazione colle amiche carissime. La salute mia e di mio fratello è ottima: quest’ultimo di questi giorni trovasi colla sua perpetua a Monteceneri per il travaso del vino: quando ritornerà offrirà [?] la vendita degli oggetti, mobili e gianfrusaglie: perché ora vuole vendere tutto quello che le è inutile: ma che prezzo! c’è da ridere. Perdoni la mia chiacchierata e si abbia i miei più cordiali e sinceri saluti. Mi ricordi a Marietta coi più affettuosi saluti ed anche a Francesco. Maria riverisce Lei e saluta gli altri di sua casa. Si abbia riguardo e combatta il freddo, questo nemico della maggior parte dell’umanità che quantunque necessario è pur tanto incomodo. Con una stretta di mano mi creda sua dev.ma amica Giulietta.

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