Cavina Giulia | 06/12/1909 | n.646
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Bologna 6 dicembre 1909
Stimatissimo signor Artusi
Primieramente la ringrazio di tutti i cordiali saluti inviatomi tanto per mezzo di mio fratello come per lettera, alla mia volta glieli ricambio in egual modo. Fui lieta insentire che Giuseppino l’aveva trovato in buon aspetto ed in buona salute, come pure gli altri di sua casa. Mi disse di tutte le gentilezze e premure che si ebbe da Lei e dalla Marietta della quali esso ne serberà gratitudine ed io li ringrazio. Davvero che poteva fermarsi a Firenze un otto giorni e dire che io glielo avevo detto di più volevo persuaderlo a diferire il suo viaggio allorché si fosse a Bologna e partire di qua senza aver bisogno di fare delle fermate, ma non ci fù caso aveva deciso così e così fece. Se le debbo dire la verità io mi stava in angustia che non le intervenisse qualche disgrazia: è tanto distratto e nervoso che c’era da temere: per fortuna non le accadde nulla di grave solo quel disapunto ch’Ella conosce. Ed ora parliamo della metamorfosi dei poponi. La posso accertare che Marietta questa volta è stata ingannata, perché io dello stesso seme ne diedi ad una mia conoscenza, e con mio dispiacere ne sortirono i famosi zucchetti. Ciò non vuol dire che Marietta si ebbe il disturbo egualmente e gliene siamo obbligati qui almeno troverà l’importo del seme in francobolli. Mio fratello m’incarica di tante scuse a Marietta per non averla rimborsata della spesa suddetta mentre ne parlavano costì: ma colla testa sempre chi sa dove, non vi pensò. Squisito trovai il dolce che Giuseppino mi portò, esso deve essere di fattura e di spesa. Vorrei scrivere anche a Marietta, ma ora non ne ho il tempo, prego Lei a dirle tante cose belle e salutarmela; in [?] a Francesco, anche a nome di Maria, la quale riverisce Lei pure. Ormai siamo in inverno stia riparato per sortire vittorioso. Si abbia i miei più cordiali saluti ed una stretta di mano, considerandomi sempre per sua aff.ma amica Giulietta Cavina.
Il numero della mia posta non è più il 26 ma il 18.