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Cavina Giulia | 05/04/1909 | n.641

Lettera | Emilia-Romagna

CCM Transcript

Bologna 5 aprile 1909

Sti.mo signor Artusi

Primieramente le faccio a mezzo della presente i migliori auguri di buona Pasqua ch’Ella gentile vorrà gradire. Poi le do notizie di mia salute la quale grazie a Dio è ottima, quantunque la stagione sia pessima per il freddo che abbiamo, ieri nevicava e la temperatura si è di molto abbassata; se non si hanno molti riguardi le malattie sono all’ordine del giorno. Voglio sperare ch’Ella, e gli altri di sua casa stiano bene quantunque abbia motivo di dubitare del contrario, ora le dirò il perché. Sarà una quindicina di giorni ch’io scrissi alla Marietta pregandola di farmi il piacere se ne aveva il mezzo di mandarmi dei semi di poponi di quella qualità tanto buona cioè di quelli piccoli, alle volte sono grossi quanto una mela, volendoli dare a Carlino che li piantasse presto affine di averli in ordine quando loro sono al Monteceneri. Non avendo ricevuto nessuna risposta in proposito, ho pensato che qualcuno stasse poco bene, che Marietta non avesse il tempo di scrivermi neanche un rigo; non penso certo ad altro, sapendo Marietta sempre gentile, per questo desidero ardentemente sue notizie. Ed ora le parlerò del mio uccelletto il quale non è che una femmina bella e buona a nulla, perché non canta, così quando sarà all’epoca che questa specie d’uccelli si fanno sentire le darò la libertà, dopo averla svezzata. Mio fratello non sa che io le scrivevo viene di rado da me essendo occupato nella vendita di tutto ciò che le è inutile in sua casa come mobili, oggetti d’antichità, e finalmente dopo nove anni, delle spoglie e corredo della povera moglie sua la buona Angelina. Immagini se ha daffare! pretenderebbe prendere dalla roba usata, più di quello che costa la nuova, dopo molto parlare cogli acquirenti tante volte invece glielo da a meno di quello di costo: sempre i soliti affari che lui chiama buoni. E del denaro cosa ne farà? Fa bene a vendere, l’avesse fatto tanto prima, ma che non si facesse mangiare da qualche sottana il quattrino temo sempre che non lo spoglino! Le do la notizia che Maria si fa onore andando da delle conoscenze a fare piatti un po’ d’impegno, ha già fatto due capponi in galantina colla rispettiva gelatina e sono riusciti benissimo: io la lascio fare volentieri perché stia in esercizio, il sapere fa sempre bene. M’avvedo che sono costretta ad aggiungere un foglio, e senza accorgermene ho riempito quattro pagine, senza pensare che abbusavo della sua bontà intrattenendolo tanto colle mie ciarle; mi compatisca e do fine inviandole i miei più cordiali saluti rinovandole gli auguri. Saluti ed auguri pure a Marietta. Con perfetta stima mi segno sua dev.ma amica Giulia Cavina.

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