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Cavina Giulia | 12/02/1907 | n.620

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 12 febbraio 1907

Stimatissimo signor Artusi

Ieri, mio fratello Giuseppe mi mandò la cartolina ch’Ella a lui diresse. Non può credere come rimanessi dispiacente, in apprendere ch’Ella trovasi ammalato. Spero ed auguro di vero cuore che presto si ristabilisca, e non ne temo, pensando alla sua robustezza ed alle molte cure e premurosa assistenza ch’Ella si avrà da Marietta e da Francesco, i quali li so tanto devoti ed affezionati. Con una invernata così pessima chi non ammalerebbe? Costì a Bologna, dove il freddo è stato intensissimo, e la neve molta (siamo tutti coperti) vi sono una quantità di malati di bronchite, polmonite e pleurite, le quali non risparmiano nessuno. Gli ospedali ne sono pieni, e nelle famiglie pure, si chiama fortunata quella che non ha un solo ammalato. Io grazie a Dio, spero di essermela levata con un buon raffreddore e relativo abbassamento di voce, quello è ormai scomparso ma sembra mi voglia lasciare la tosse, che questa poi se ne andrà col raddolcirsi della temperatura. Oggi è una giornata discreta ma si dispone il cielo alla neve e dire che ne siamo così sazi. Dunque, signor Artusi, faccia valere le sue forze contro il male e mi dia presto buone notizie relative alla sua salute. Tante e tante grazie de’ suoi cordiali saluti, che ora in qual modo glieli ricambio, unendovi una amichevole stretta di mano ch’Ella si avrà dalla sua dev.ma Giulietta Cavina.

P.S. Maria riverisce Lei ed io mando tanti saluti alla Marietta e a Francesco.

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