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Cavina Giulia | 11/02/1906 | n.610

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 11 febbraio 1906

Stimatissimo sig. Artusi

Mi permetto inviarle due ricette, non so se incontreranno la sua aprovazione. Io le ho provate tutte e due, e mi sono piaciute; la minestra ossia potage dei francesi la trovo gustosa e sostanziosa ad un tempo certo che mi sembra adatta per gli stomaci deboli e convalescenti di malattie; la frittata mi è piaciuta e la ripeterò. Ella poi competentissimo darà il suo giudizio e se mai meritassero l’inferno le getti pure alle fiamme purificatrici senz’altro. Ed ora mi dica un po’ come ha passato il mese di gennaio il quale a dire il vero è stato mitissimo per cui mi lusingo che la sua salute sia stata buona. Ora però abbiamo molto freddo e si capisce che il febbraio non ischerza, l’altro ieri in poche ore avemmo una neve che oltrepassava i 16 centimetri così siamo tutti coperti dal bianco lenzuolo. Anche a Firenze si apprende dai giornali che è nevicato, ma costà non permane, mentre noi chissà per quanto ne avremo, se non ne viene dell’altra; ad ogni modo è meglio che si disparisca; per poi sperare in una propizia primavera. La salute mia è sempre stata buona un po’ di raffreddore e un po’ di tosse e nulla più serio: mio fratello pure eccettuato il suo noioso reuma preso quest’autunno in campagna, è sempre stato bene. Alla fine del decorso mese ebbi il piacere di rivedere la signorina Melandri e starmi con lei alcune ore in tale circostanza conobbi pure il suo babbo tanto gioviale e cortese; peccato che il tempo fu breve non potemmo neanche ridere finché si voleva. È tanto carino e piacente! È ormai tempo che termini la mia cicalata e venga ai saluti ch’Ella vorrà gradire da me e da mio fratello nonché dai conoscenti tutti che sempre in ogni incontro mi domandano di Lei. La prego ricordarmi alla Marietta e dirle in tono di scherzo che ho gradito la sua lettera. Riceva un saluto dalla sua dev. Giulietta C. saluti a Francesco.

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