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Cavina Giulia | 28/07/1901 | n.605

Lettera | Emilia-Romagna

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Alemanni [BO] 27 agosto 1901

Stimatissimo signore

Non sapendo dove indirizzare un mio scritto mi fu forza rimanere priva di sue notizie e di non darle le mie. Adesso che lo credo a Firenze mi procuro il piacere di scriverle e parlarle di me. Il 16 luglio mi partii per Rimini e feci ritorno a Bologna il 16 corr(ente). Il mio soggiorno colà fu abbastanza buono. Eravamo alloggiati modestamente ma eravamo contenti d’aver trovato buoni alloggianti, e di essere vicino al mare. In dieci minuti eravamo allo stabilimento; nel tempo stesso eravamo in una località dove si godeva della libertà della campagna: stando in camera vedevamo il mare. La cura dei bagni non è per me; o meglio l’aria di Rimini la quale mi rendeva difficile la digestione: tale disturbo mi fu noioso. Ho capito benissimo ch’era effetto dell’aria perché appena arrivata nei pressi di Imola mi sentii più leggiera, sembravami di respirare meglio. Ad ogni modo; ne ho provato vantaggio: quel po’ di svago, il trovarmi unita a persone di mia amicizia e che tanto ci vogliamo bene, quali sono i miei padroni di casa: ha portato al mio morale un po’ di sollievo. Ed Ella, mio buon signore come ha passato questi mesi di caldo? La signora Marietta come sta? Spero ricevere presto loro ottime notizie. Questa mia le perverrà dalle mani di mio fratello che come al solito si porta a Firenze pe’ suoi affari. Oh come volentieri l’avrei seguito, unicamente per rivedere Lei e la signora Marietta! Ma mi fa mestieri, per tante cosette rimandare codesto desiderio a quest’inverno, mi faccio promessa di venire a trovarlo. Non ho certo dimenticato il suo più che cortesissimo invito di questa primavera; me ne ramento sempre con gratitudine e di nuovo lo ringrazio. Speranzosa ch’Ella sempre gentile mi favorisca un suo scritto, Lo saluto cordialmente e con Lei la signora Marietta. Si abbia una stretta di mano dalla dev.ma Giulia Cavina.

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