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Almerici Blandina | 15/03/1910 | n.40

Lettera | Emilia-Romagna

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Bologna 15 marzo 1910

Preg.mo signor Artusi,

Sebbene la sua lettera mi giungesse graditissima e abbia sempre desiderato di scriverle, pure non m’è riuscito, specialmente per aver avuto Sandrino tormentato da male ai denti. Abbiamo speso un orrore dal dentista, sperando di giovargli, ma non si è concluso nulla! Gran noia quando non si può cacciare il male, nemmeno a peso d’oro! Che ne dice, caro signor Artusi? Credo che anche Lei, per mandar via la sua tosse, avrebbe aperta la sua cassa forte e lasciato godere qualche Professorone, o specialista. Ma non avendo trovato chi la liberasse, avrà dovuto subirne il lungo corso e contentarsi di vederla sparire a poco, a poco. Mi rallegro però nel sentire che è uscito di casa, e spero vorrà confermarci la sua perfetta guarigione. Margherita sta benissimo. S’è divertita molto con mia sorella, che è rimasta da noi due mesi, ed ora per passare la Quaresima fa lunghe passeggiate con altre signorine. Come stanno le Pettini? Inviai loro i miei auguri a Natale, ma non ebbi risposta. Forse non giunse la mia cartolina, perché l’avrebbero ricambiata colla solita gentilezza. Lessi con piacere che la marchesa Guidi ha saputo dalla signora che aveva il nostro appartamento, quanto le sia rincresciuto lasciarlo, così Lei avrà trovate veritiere e non esagerate le mie parole. In questi giorni decideremo se tenerlo o no. I miei figliuoli sarebbero molto contenti di rimanere qui, ma Almerico non è deciso di rinunziare a Roma. Abbiamo goduto tanto sole, tant’aria e tanti comodi, che ci rincresce davvero di perdere una così bella abitazione. A Roma bisogna dimenticare gli ambienti grandi, il sole e molte cose, anche spendendo molto. Sebbene qui la spesa sia di poco inferiore a quella di Roma, tenuto conto di quella del calorifero, del prezzo già aumentato dell’affitto, del nolo dei mobili, nuovi e belli che ci ha fornito Rovinazzi, abbiamo però goduto sempre tutti una perfetta salute. E per me è molto!... S’avvicina la Pasqua e io voglio augurargliela fin d’ora, lietissima. Che il ritorno della Primavera riconduca a Lei nuovo vigore e allegria, che potrà attingere nella città dei fiori, perché Firenze è veramente splendida in codesta stagione. Ella, immagino, farà delle belle scarrozzate in mezzo al verde; e nel vial de’ Colli, e lassù nel Piazzale di Michelangelo potrà respirare un’aria pura, che le darà ancora molti anni di vita tranquilla e felice. Si diverte a leggere il Processo dei Russi? Queste bellezze del gran mondo, col loro fascino e quali tristi conseguenze riducono uomini anche, un giorno, onorati e buoni! Mi dicono che a Venezia la Tarnovvska ha incontrato tutto l’entusiasmo del pubblico!! Ed uscirà libera, come la Linda e l’altra eroina di Parigi! Non voglio più a lungo trattenerla con queste inutili ciarle e finisco coll’unire tante cose cordiali della mia famiglia, pregandola ricordarmi alle comuni conoscenze e salutarmi i suoi di casa. Quando mi scrive, se potrà dirmi qualche cosa, della Fides Galbucci, ne avrò molto piacere. Mi abbia per sua aff.ma Blandina Almerici.

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