Bonavita Antonio | 02/02/1906 | n.341
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Forlì 2 febbraio 1906
Signor Pellegrino
In riscontro alla p(regiata s(ua) 31 gennaio u(ltimo) d(ecorso) e primo corrente: mi proverò di darle gli schiarimenti richiesti; dato non vi riesca non si inquieti e non abbia ritegno a richiedermene finché glie ne occorrono, giacché per me sarà una grande soddisfazione poter chiarire qualsiasi dubbio. Il suo conto col Bandini terminava in apparenza con una differenza a di Lei danno di lire 432,44 perché il Bandini nascondeva in parte la verità. Messe le cose in chiaro risultava essere debitore, oltre alla sucitata somma di lire 432,44 anche di lire 460,20 importo spese da me sostenute e delle quali non mi aveva rimborsato. Di questa partita gliene tenni parola quando venni a Firenze, e nell’incontro lo consigliai anche a non inviare la somma richestagli per l’acquisto dei buoi. Per la generosità da lei usata al Bandini a Forlì, e pur di regolare le pendenze ridusse il debito di un centinaio di scudi e fu creata la cambiale di lire duemila con le firme Montanari, Fussi e mia. Lo ricorda? Le partite comprese in detta cambiale furono le seguenti: Vecchia cambiale Bandini di L. 1650 = Differenza a di lei danno nel c(on)toto c(orren)te Band(ini) [£] 432,44 = Mia nota spese non rimborsatami [£] 460,20. Che formano un totale di £ 2542,60 ridotto come sopra ò detto a sole lire duemila. Spero ricorderà come all’albergo a Forlì, quando per la liquidazione delle pendenze Bandini, citai la mia partita, avendo lei dimenticato quanto le avevo riferito a Firenze, non molto tempo prima, ebbe a farmi un rimprovero talmente salato che in vita mia non avevo mai avuto l’eguale, e che non meritavo proprio. Se Lei non rammenta neanche questo particolare, spero almeno che la Maria lo ricordi bene, perché a essa non deve essere sfuggito certamente come io vi rimanessi male. Gli tenni inoltre parola di tale partita a mio favore in una lettera in data 25 agosto u(ltimo) d(ecorso) e gli rimettevo coppia della nota stessa. Non so cosa altro citare per richiamare i fatti alla sua memoria, e non mi resta che una lusinga, cioè la speranza che Ella voglia credere a quanto le ò esposto. Grotto deve essere accreditato di lire 608,75 e Gordini di lire 250,98 per utile bestiame. La nota del veterinario Bazzoli sta bene e le visite fatte fuori di stalla sono per conto della stalla Gordini, fatte ad animali venduti ma nel periodo di garanzia per la sanità; il certificato poi fu fatto pure durante il periodo di garanzia per la sanità per giustificare il mancato ritorno sul mercato di due vacche comprate a Cesena e sulle quali si avevano dubbi circa la salute. Con molta ragione lei osserva che il giro bestiame nella stalla S. Andrea è troppo e la causa è la smania da parte dei coloni di cambiare. Dai 56 kg di seme di erba medica di Grotto ò ricavato £ 41,80 = Dai 25 di Gordini £ 26,30 che formano un totale di £ 68,10 che segno a mio debito. In quanto alle polpe di bietole data la quantità che si consuma tanto nella stalla di Grotto, quanto in quella di Gordini, non è il caso di parlare di abuso e su questo stia ben tranquillo. Le condizioni di salute della famiglia Gordini sono sempre le stesse. Lo avrò forse anoiato troppo, ma non a tutti riesce facile dir molto e scrivere poco. Suo dev.mo A. Bonavita.