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Bagini Filippo | 11/12/1901 | n.1858

Lettera | Toscana

CCM Transcript

Lucca 11 dicembre 1901

Gentilissimo Signor Artusi

Colla presente, nel mentre, avevo ricevuto dalla gradita sua, 6 corrente, mi pregio inviarle una copia del brindisi da me pronunciato sul Generoso, in occasione del 25mo anniversario di laurea. È una povera e meschina poesia, d’un poeta in erba, ch’Ella troppo buono e generoso, s’è degnato apprezzare. Sono lieto di sentire ch’Ella, se anche non completamente guarito, pure sta meglio. Pel bene che Le portiamo, Le auguro che questo benessere continui ancora per molto tempo, e che noi tutti, comprese le bimbe, possiamo vederlo ristabilito ed in florida salute a Viareggio da qui a dieci mesi. Noi tutti stiamo ben. La Gilda continua ad andare in bicicletta benissimo, e si ricorda sempre di Petuzzo e compagnia, tanto che in tutte le sere, nelle quali abbiamo gente ripete perfettamente quanto Lei, con tanta pazienza, Le ha insegnato su questo grand’uomo di Petuzzo. Ricorda anche l’albergo e la sua pescheria. Ora essa studia ed impara. Anche l’Eugenia imita la sorella e si dedica al canto. La prego salutare le sue genti di casa, e da me, da mia moglie, dalle bimbe, riceva tanti affettuosi saluti. Anche Caterina e Margherita desiderano essere ricordate. con affetto mi creda aff. amico Bagini.

Brindisi pronunziato dal sig. ing. cav. Bagini sul Monte Generoso in occasione del 25° anniversario di laurea.


In tal simposio

Quanta allegria,

Sarebbe scandalo,

In fede mia,

S’io stessi mutolo,

S’io stessi intento,

Se non dicessivi

Quello che sento.

All’amichevole

Sul Generoso

Vi farò un brindisi

Assai curioso.

Colleghi amabili,

Grigi e canuti,

Mentre ora porgovi

Baci e saluti,

Allor rammemoro

Che fummo neri,

Simpaticissimi,

Graziosi e fieri.

Se il tempo celere

Corre cogli anni,

C’ha spento i Gandri

D’or son vent’anni.

Forti sentiamoci

Ancora e sani

Pronti di correre

Pei monti e piani.

Ma ricordiamoci

Dei professori,

Nostri carissimi

Istitutori.

Evviva memore

Nei petti nostri,

Perché carissimo

Il gran Brioschi.

Del Politecnico

Al direttore,

D’onor degnissimo

Di senatore,

Uomo simpatico

Buono, leale

E sincerissimo,

gaio, cordiale,

Leviamo un cantico

Leviam di cuore,

Fra mezzo ai calici

Colmi di umore.

Viva l’amabile

Commendatore,

Colombo emerito

E professore.

Beviamo unanimi

Al buon Barletti

E rammentiamoci

Di Clericetti.

Le cui dei massimi

Noi calcolando

Curve, assai minimi

ci ritrovammo;

Mentre mai minimo

Divenne chi,

Nel copiar, massimo

Mostrossi un dì.

Ancor, rammentisi

Il buon Dugnani,

E il valentissimo

Prete Stoppani.

Un viva facciasi

Anche a Saldini,

Con questi calici

Pieni di vini.

Gabba ricordisi

Sajno e Loria,

E a Milan levinsi

Inni di gloria.

Che al Politecnico,

Ben di leggieri,

Dona all’Italia

Bravi ingegneri.

Colleghi esimi,

Siate cortesi

Riguardo al brindisi,

Che a dire impresi;

Sia dritto o zoppichi

Il mio pensiere,

Tutto è passabile

Sopra il bicchiere.

Io faccio un brindisi

A tutti quanti,

Senza etichetta

E senza guanti.

Possiate vivere

Di vita lieta,

Quanto ve l’augura

D’erba il poeta.


Capolago (Svizzera) – Monte Generoso – Albergo Kulm

5 ottobre 1901 – Filippo ing. Bagini

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