Zattini (don) Luigi | 30/04/1909 | n.1786
CCM Transcript
Bertinoro [FO] 30 aprile 1909
Cariss(im)o sig. zio
Il suo santo patrono le interceda dal Signore Iddio tutte quelle grazie delle quali ha bisogno e desidera sì nell’ordine spirituale che materiale. Questo è l’augurio che io ben di cuore le invio nella lieta ricorrenza del suo onomastico. Domattina specialmente pregherò Iddio nella S. Messa perché esaudisca i miei voti: e Lei, mio zio, voglia aggradirli come quelli che escono veramente dal cuore di chi ha avuto sempre affetto e stima per Lei. Mariuccia parimente manda auguri e saluti cordialissimi. Lessi con attenzione quanto Ella mi scrisse in riguardo alla Malvina e vi feci sopra serie riflessioni. Ne la ringrazio, signor zio, di cuore. Ma lo creda a me, che le ho provate tutte con Malvina che non s’impatta: quanto più la si contenta tanto maggiormente inviperisce e crede potersi imporre. Io non la ho trattata mai da donna normale: ho fatto per essa molti sacrificii ed ho avuto di ricambio moltissimi dispiaceri anche gravi. Mentre si cercava di accontentarla per il decoro della famiglia e specie della mia condizione, essa aumentava le sue pretese ed a base di calunniosi lamenti mi screditava presso conoscenti ed amici credendo per tal modo che sarebbe soddisfatta nelle sue esigenze, ed io, minchione, il faceva sperando che mi lasciasse in pace. Tutt’altro!... passato qualche giorno peggio di prima. Ora che le do poco (non posso darle di più), che, facendo violenza grande a me stesso, le ho fatto dichiarare che in casa mia non metterà più piede, che non voglio più vederla né farmi da lei vedere, forse nella speranza di riamicarsi meco mi lascia abbastanza in pace. Certamente io le voglio bene e più volte al mese m’informo di lei e poi a mezzo di s(uo)r Giuseppina so sempre tutto. Non creda che Malvina stia male d’abitazione: s(uo)r Giuseppina la è andata a trovare e mi ha assicurato che ha mai avuto una camera si igienica e bellina come ora in un fabbricato grande arieggiato con orto e comodi che non ha mai avuto presso altri affittanti. La condizione che la si è fatta non è certo di decoro alla famiglia; ma questa non può sollevarla di più di quel che ora faccia. Non è vero che corra pericolo di morir di fame. E’ una esagerazione: s(uo)r Giuseppina mi assicura del contrario. Anzi le dirò che aveva pattuito con s(uo)r Giuseppina che il convento le desse tutti i giorni menestra pane e vino e qualche cos’altro, aveva stabilito di pagare mensilmente £ 15. Malvina non accettò perché (diceva) per il mangiare ho delle signore e delle amiche che me lo somministrano, io voglio i soldi. Cosa dirà il mondo considerando la mia veste sacerdotale emblema di carità cristiana? Il mondo sano di mente ed imparziale dirà che sono circondato da molta tribolazione e mi userà compassione. Il mondo corrotto ed anticristiano prenderà scandalo di me e mi griderà la croce addosso. Di questo scandalo farisaico poco mi curo e protesto contro di esso come faceva Nostro Signore Gesù Cristo. Così credo che pensi anche Lei su questo riguardo. Saluti cordialissimi aff(ettuoso) nipote d(on) Luigi.