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Rinaldi Emilio | 19/07/1901 | n.1530

Lettera | Lazio

CCM Transcript

Roma 19 luglio 1901

Ill.mo sig. Pellegrino

Compiono 12 anni 3 mesi e 29 giorni dal decesso dell’Anna Oretti vedova Polvani, avvenuto nell’abitazione della S.V. in piazza d’Azeglio 25 p(rimo) p(iano). Alla S.V. tutto è noto di quanto fu stabilito a totale favore del minorenne Arcangelo Polvani nipote dal lato paterno della prefata Anna Oretti ved. Polvani. Oggi, l’Arcangelo Polvani unico e legittimo erede dell’ava paterna Anna, nominato e riconosciuto legalmente tale, fino dal 21 marzo 1889, raggiunta l’età maggiore è costretto di chiamare a redde rationem, il procuratore legale di quel tempo che la madre Leopolda Tani ved. Polvani, tutrice del minorenne erede, fiduciosamente nominò. La chiamata in giudizio del dottore in legge sig. Fausto Francois, è motivata d’avere totalmente falsato il contratto ereditario cambiando sostanzialmente tutto quanto venne minutamente trovato e descritto in brutta copia, proprio nella camera funebre, dell’abitazione della S.V. La copia del contratto, richiesta per grave indizio, all’archivio notarile d’Arezzo, dalla prima all’ultima parola è una continua menzogna furbescamente macchinata tra Ulisse Oretti fratello della defunta Anna, e il dott. Fausto Francois. 1° non è nominata l’obbligazione di £ 500 che Ulisse Oretti rilasciò in favore della sua sorella Anna, parte a quest’ultima devoluta fino dal 1876 alla morte del comune genitore Giovacchino Oretti. Questa obbligazione l’Ulisse la rilasciò dopo due anni d’insistenti richieste dell’Anna, e cioè nel 1878. Non so se la S.V. ricordi che nel tempo stesso, che il sottoscritto, insieme al sig. Mugnani Emilio, uomo di studio del dott. Francois, riunivano ciò che costituiva eredità, fu a questi, dalla madre Leopolda, fatto osservare la mancanza di tale obbligazione che necessariamente doveva essere in possesso dell’Anna Oretti ved. Polvani; fu allora che l’attuale scrivente Rinaldi Emilio, con risolutezza domandò al presente Ulisse Oretti, dove e qual sorte aveva avuto l’obbligazione e che svergognato e impacciato, confessò d’averla presa Lui credendosi l’erede di tutto. Ricuperata fu registrata come tutte le altre cose, e lì per lì l’asse ereditario componevasi come appresso: 1° Un obbligazione in carta da bollo, firmata da due testimoni £ 500. 2° Frutti concordati per 5 anni al 5% £ 125 .3° Libretto della Cassa risparmio £ 85. 4° Collana, pendenti, orologio anelli e oggetti di vestiario £ 120. [Totale] £ 830. Come l’obbligazione, non vennero nominati nel contratto vero, nemmeno gli altri oggetti, che veramente contribuirono a completare la somma suddetta. Tutta questa grazia di Dio, vera ed unica da doversi registrare, venne sostituita con una combinazione di parole che quasi farebbero credere ad un atto filantropico dell’Ulisse Oretti verso l’erede… Parla di £ 500 soltanto e non di £ 830, nel primo decreto evocato il 16 luglio 1889. Nel secondo decreto, evocato per la scoperta che l’Anna era padrona della terza parte dello stabile che avevano in Arezzo, non sappiamo qual rigiro abbiano fatto, tanto è che parla di un aumento di lire 250 alla somma prima, in modo che la povera madre Leopolda fu autorizzata di accettare £ 750 facendole credere che all’età maggiore del figlio erede, Lui stesso sarebbesi fatto avanti per il resto!!! Oggi si constata che la Leopolda prendendo le lire 750 ha rinunziato a tutto il resto ed ha autorizzato a radiare dai ruoli catastali il nome dell’Anna che poi doveva essere surrogato da Arcangelo Polvani!!! Impossibile mi resta completamente descrivere tutte le astuzie ed infamità dell’Ulisse Oretti e del dott. Fausto Francois ordite a carico dell’analfabeta Leopolda e del povero figlio Arcangelo. È un anno che io sono in Roma, e accudendo ai miei interessi non ho abbandonato mai questi due sventurati. Se la mia persona avesse avuta veste legale chissà come sarebbe andata a definire, mancandomi questa, perché ragioni particolari la impedivano, oggi ci troviamo in si arrufata matassa, ma che non mi dà pensiero di sistemarla se ascoltato ed aiutato sarò dalle persone che hanno per loro bandiera la rettitudine. L’aiuto che invoco alla S.V. anche a nome del maggiorenne Arcangelo Polvani è quello di voler prendersi l’incomodo di scrivermi una lettera dove la S.V. giustificasse in quel modo che la coscenza detterà, e per la pura verità l’accaduto in sua casa, del 21 marzo 1889 giorno del decesso dell’Anna Oretti ved. Polvani. In una parola, l’avvocato attuale che mi è stato trovato dal primo cancelliere di Roma l’ill.mo sig. cav. Granelli, coadiuvato dal Presidente del tribunale qui in Roma, è certo signor Bizzelli Andrea avvocato in Arezzo, questi, desidererebbe, oltre a diversi altri documenti, ottenere, qualche dichiarazione di coloro che si trovarono il giorno 21 marzo 1889 nella stanza di riunione, e dove vennero descritti titolo per titolo gli oggetti che costituirono l’eredità, e dato il troppo tempo trascorso, ognuno si studierà di ricordarsi più che potrà e così venire di sommo aiuto all’avvocato che oggi ha assunto l’incarico, per potere con più certezza costatare la falsità rivendicando i diritti del povero erede truffato si scaltramente. E cosa successa in sua casa, più d’ogni altro potrà costatare l’esistenza dell’obbligazione, oggetti di vestiario, collana d’oro, orologio d’argento pendente, libretto della Cassa di Risparmio ecc. Per la verità ciò che si rammenta scriva e tutto sarà di guadagnato. Mille scuse di tanto disturbo procuratole dopo si lungo tempo, avrà però di Lei eterna riconoscenza l’Arcangelo Polvani e non mancherà la mia gratitudine per quanto mi farà tenere il più presto possibile. Ossequi distinti dal dev. G. Emilio Rinaldi protettore – via Monferrato 102 – Casa del cav. Lattanzi – Roma.

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