Righi Carlo | 05/04/1907 | n.1491
CCM Transcript
Faenza [RA] 5 aprile 1907
Municipio di Faenza – Ispettorato Illuminazione elettrica
Egregio signor Artusi
Ricevetti stamane la sua graditissima e ricevetti anche l’ultima sua, ma a quella non risposi perché quando le scrissi ier l’altro non ero troppo tranquillo a causa del dolore che mi cagionava la notizia del fatto d’aver di nuovo disturbato Lei che non ha obbligo di sentire discorsi stupidi! Temevo gli ultimi guizzi dell’imbecillaggine di questa donna, ma ad ogni modo mi ha fatto dispiacere il sapere Lei ingiustamente disturbato. Ella nella sua bontà mi consiglia a compatirla. Non lo merita. E per quanto io abbia dimostrato di essere paziente e cortese verso la donna, se lo fossi di più sarei un barbagianni! E sarò spietato. Io non ho nessun obbligo verso nessuno. Quella imbecille lo sa bene e se dice il contrario, mente. Se avesse avuto il diritto di dire solo mezza parola oh! come l’avrebbe detta! Per cui non le do quartiere. Io ho mezzi in mano per gettare sul lastrico lei e tutta la sua famiglia. Questa sera – un’ora fa – un amico glielo ha dimostrato, e questa belva è annientata. Ma nel timore che rialzi la testa, glie la schiaccerò! Sono ormai cinque anni che io adopero cortesie verso di lei, lasciando correre su tutti gli anonimi e cartoline oscene spedite a tanti, ma ora che ho deciso farmi una famiglia intendo avere intera la mia libertà cui ho diritto pienamente. Costei non chiede soldi, né io d’altra parte glie ne darei perché il dargliene significherebbe il riconoscere per parte mia obblighi che non ho. E di nuovo Le chiedo scusa che è stato disturbata senza ragione. Non scriverà più al padre della Sina perché egli le ha rimandato le lettere che talvolta si è provata di scrivergli, come io lo ho consigliato. Quell’essere non merita risposta. E, creda pure, questa donna ha tentato queste ultime prove prima del matrimonio, perché essa à ingaggiato una lotta coll’opinione pubblica, alla quale vorrebbe far sempre credere che siamo almeno amici, mentre anche i gatti di Faenza le dicono e sanno che io l’odio cordialmente! Quindi se io potessi finire tutto con un matrimonio sollecito sarebbe l’ideale, ma , come Lei mi dice, non so vincere i pregiudizi e le difficoltà frapposte a Lugo, perché tutto avvenga in aprile, mentre si dovrà purtroppo andare a finire a giugno. Basta vedremo. Domenica 7 sarò a Firenze, salvo casi imprevisti per un affare importante. La mattina verso le 11 sarò a salutarla. Se non le dispiace, dovrò ripartire subito alle 15,25. Le chiederò scusa di persona. Mi creda intanto con sincero affetto di Lei dev.mo amico Carlo Righi.