Righi Carlo | 14/03/1907 | n.1487
CCM Transcript
Faenza [RA] 14 marzo 1907
Municipio di Faenza – Ispettorato Illuminazione elettrica
Egregio signor Artusi
Grazie infinite della sua cartolina. Godo immensamente di saperla ristabilito in salute, ed auguro che Lei continui per moltissimi anni ancora. Io speravo di poterla venire a salutare, ma finora non mi è stato possibile di scappare, causa l’impianto del telefono, che funzionerà fra qualche giorno. Dopo spero di venire a rivedere Lei e la bella Firenze. Volevo mandarle un mio ritratto fatto poco fa, quando ebbi bisogno di presentare la fotografia per alcuni biglietti ferroviari, ma la Sina non vuole perché dice che mi hanno fatto i capelli troppo bianchi, più del vero, e vorrebbe che mi rifacessi la fotografia a Bologna. Veramente quando vado a Bologna non arrivo mai a fare completamente ciò che gli interessi vorrebbero, figuriamoci poi come dovrò fare a trovare il tempo per posare davanti a un obbiettivo! Ma la Sina avrà il potere di farmi trovare anche questo tempo! Dove poi, temo molto che la Sina riesca, è nel far dire alla macchina fotografica una bugia: nel far divenire neri, quei capelli che la natura ha voluto precocemente imbiancare! Le ho già consigliato di inchiostrare il ritratto, visto che non è possibile indurre me a farlo sulla mia testa! La consolo poi, rammentandole le mode dei capelli poudrés, del secolo incipriato! Non ho, sottomano, ragionamenti più convincenti di questo! Sto impiantando la nostra casa, lavoro non indifferente visto che si deve incominciare dal primo uscio della prima camera a far tutto, non volendo sguernire la casa di mammà. Con tutto ciò io sono pronto a fine aprile, ma la famiglia della Sina vorrebbe andare a giugno, perché, dice, che di maggio non vi è l’uso, se no si diventa matti! Il prender moglie è una cosa che non ho mai fatto, e questo pregiudizio mi è giunto nuovo… ma giugno è troppo lontano! Come farò ad arrivarci io non so! Colla Sina parliamo spessissimo di Lei e della sua lunga, ultima permanenza fatta a Firenze tempo fa. Io m’auguro di stringerle presto a mano, intanto la prego di salutare i suoi di casa, e Lei riceva i miei saluti e mi creda con affetto suo dev.mo Carlo Righi.