Mordini Leonardo | 26/10/1906 | n.1363
CCM Transcript
Barga [LU] 26 ottobre 1906
Pregiatissimo signore
La ringrazio tanto del pensiero gentile d’inviarmi l’ultima edizione della Scienza in cucina nella quale ella ha voluto inserire la ricetta che mi permisi inviarle, libro poi a me reso preziosissimo dalla sua dedica. E poiché, a costo anche di far la figura della cuoca della vecchia favola, posso dire di essere stato in un certo modo un collaboratore (con un po’ di buona volontà si può dire collaboratore di un pittore anche chi gli abbia dato un pennello) mi permetto farle due osservazioni. A pagina 24, il vecchio proverbio francese, oltre all’essere stampato con un errore di prosodia nei primi due versi, e di grammatica nel terzo, è riprodotto inesattamente.
Il vero proverbio è il seguente
Lever à six, dîner à dix
Souper à six, coucher à dix
Fait vivre l’homme dix fois dix.
E infatti ella sa meglio di me che secoli fa si pranzava la mattina. Ciò è tanto vero, che così in italiano che in francese si usano ancora le parole dopo pranzo, après-dînée per indicare le ore dopo mezzogiorno. Vorrei poi farle un’altra osservazione riguardo alla ricetta n. 238, migliaccio di farina dolce che qui in Val di Serchio, paese delle castagne, la cui farina costituisce la base del nutrimento di gran parte delle popolazioni, si chiama castagnaccio parola che mi sembra più espressiva e che è anche adottata dal Fanfani nel suo vocabolario. Da noi poi ci va, [?] il castagnaccio o migliaccio che sia nella teglia, di spargervi sopra qualche fogliolina di ramerino che gli dà un gratissimo sapore. Scusi tutta questa chiacchierata e voglia credermi con sentiti ringraziamenti suo dev. L. Mordini.