Melandri Rosina | 12/01/1908 | n.1280
CCM Transcript
Faenza [RA] 12 gennaio 1908
Carissimo zio
Non può immaginare quale sollievo abbia portato l’affettuosa sua lettera all’animo mio addolorato. In tutta questa sequela di affanni e trepidazioni che accasciano ed uccidono, quanto conforto porta una buona parola. La situazione dalla quale ancora non ne siamo usciti e che purtroppo si dilunga in dolorosa agonia, non ci porterà mai al risultato di riavere quanto daremo, anche se la soluzione sarà delle più indulgenti possibili. Io cerco di distrarre il pensiero e di non fermarlo troppo sulla condizione in cui i miei ed il mio povero fratello sono caduti per causa d’altri, ché mi par d’impazzire. E ben a ragione è stata grande la fortuna non soltanto per me, ma anche per i miei, che la catastrofe sia avvenuta dopo che io era unita ad un uomo intelligente e di cuore, che si è prestato a corpo morto nell’ora dolorosa, e che incoraggia i miei e promette di aiutarli come le sue forze lo permetteranno. La ringrazio oltremodo per le attenzioni ch’Ella ha per me, e per il gentile invito. Vorrei potervi aderire con tutto il cuore, e forse la sua compagnia e quella di Marietta varrebbero a togliermi da questa continua oppressione, ma il presente mio stato e la minaccia di aborto avuta già due volte, e gli avvertimenti del medico non mi permettono di affrontare un viaggio sì lungo, colla probabilità di mettermi a letto costì, che riuscirebbe ancora più doloroso. Lei sa ed immagina pure che se potessi con che piacere accetterei il suo invito. Spero poter scongiurare anche questo pericolo, e passata la bufera poter venire per qualche giorno da Lei, a sollevarmi un po’ lo spirito. Inviando i più cari saluti a Marietta e Francesco, e ringraziandola nuovamente con un bacio sincero mi creda sempre sua obblig.ma nipote Sina.