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Melandri Rosina | 17/11/1901 | n.1256

Lettera | Emilia-Romagna

CCM Transcript

Lugo [RA] 17 novembre 1901

Carissimo zio

Sentii con molto piacere le buone notizie di sua salute, e m’auguro che siano sempre stazionarie. Anche noi ora stiamo bene, ma nel periodo di tempo trascorso fra l’ultima sua cartolina e questa mia, siamo stati tutti ammalati, ad eccezione del babbo. Troppo presto allora dissi che stavamo tutti bene. Cominciammo con Nino, il quale s’ammalò con febbre altissima e fu obbligato al letto una diecina di giorni. Ora esso è guarito e trovasi a Faenza a frequentare le scuole. Poi ci ammalammo io e la mamma; la mamma con febbre, e io?… In primo luogo temevasi fosse un male grave. Nientemeno temevasi avessi un’ernia strozzata, prodotta da una fatica fatta nel lavorare a bulino. Si può immaginare dunque il dispiacere nella nostra famiglia. Il babbo però, più morto che vivo, per tranquillizzarsi un po corse a chiamare il prof. Giovannini il quale ci assicurò essere cosa lieve: un assesso di una glandula nelle parti inferiori, che se fosse venuta a supporazione da se, non vi sarebbe stato bisogno di intervento chirurgico. Così in cinque o sei giorni mi sono liberata da tutti i mali e non vi è stato bisogno di nessun taglio; ed ora sono quasi guarita. Oggi è il terzo giorno che m’alzo dal letto e sto bene. Anche mamma è ristabilita. Il babbo vuole mandarle questi tartufi, sperando le saranno graditi. Favorisca darci notizie di sua salute, della cara Marietta e di Francesco e Lei, carissimo zio, riceva infiniti ossequi dai miei genitori e un affettuoso bacio dalla sua aff.ma nipote Rosina.

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