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Babini Pellegrina | ??/04/1909 | n.104

Lettera | Emilia-Romagna

CCM Transcript

[Lugo (RA) aprile 1909]

Carissimo zio

L’indolenza del tipografo mi ha fatto, questa volta, ritardare gli auguri. Come leggerà – da un episodio avvenuto nelle tristissime ore di lutto, in cui solo una madre quale è la nostra regina, poteva accorrere al singhiozzo di una povera bimba che reclamava la sua bambola ed improvvisarle con istinto divino una fantoccetta di stracci – fui mossa a scrivere qualche cosa per contribuire, come potevo, alla beneficenza. I versi incontrarono… e fui consigliata di mandarli alla stessa regina. Ne ho avuto da quella onore e lode superiore al merito. Ne feci tirare qualche copia per accontentare le mie amiche e non so resistere alla tentazione (perdoni la vanità) di mandargliene un saggio. Dal quindici marzo sono stata chiamata a Bertinoro per la scuola di quinta femminile e a condizioni molto vantaggiose. Faccio un po’ da ebreo errante chissà quanto mi toccherà girare prima di avere un buon posto. A Bertinoro dove tornerò domani, sto benissimo. Io sono entusiasta di quella vista incantevole. I primi tepori della primavera mi sorprendono estatica, muta, dimentica ad abbracciare quell’immenso piano, ove le tante casette bianche paiono da vero uno sterminato branco di pecore, sino all’azzurro mare che a guisa di lama splendente è a confine fra terra e cielo. Forse, nelle vene, conservo qualche globulo di antica mia avola che là visse una vita attiva di mente, di cuore, poiché sento per Bertinoro quella strana, potente predilezione che avvince ai luoghi sopratutto cari. Anche postumi le giungano graditi i miei auguri sinceri. Pax et bonum. Sempre aff. nipote Pellegrina.

Pasqua '09

Giovedì volevo andare con mamma a presentare gli auguri a padre Francesco, ma ci fu detto, dal padre guardiano, che era assente. Saluti a Francesco.

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