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Almerici Blandina | 04/12/1906 | n.10

Lettera | Emilia-Romagna

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Cesena (FO) 4 dicembre 1906

Preg.mo signor Artusi,

Voleva accompagnare la fotografia de’ miei figliuoli con una mia lettera, ma la speranza di ricevere la famosa risposta da Roma mi fece attendere ancora. Io fui a Bologna per diversi giorni con Litta e aveva lasciato detto a casa che se giungeva quella lettera, fosse spedita a Lei, ma nulla venne. Non so spiegarmi il contegno di quelle signore alle quali m’ero rivolta, ed avendo inteso dalla sua cartolina che ora Ella fa altre pratiche per Itala, la prego dirmi francamente se devo replicare o no. Non credo che la mia lettera sia andata smarrita, ma non so anche comprendere perché non abbia avuto risposta. Noi ora siamo a Cesena, giacché in campagna abbiamo avuto una visita dai ladri, che non entrarono per la sveltezza d’Almerico, che sentendo, a un’ora dopo mezzanotte, un forte rumore sparò subito due colpi di rivoltella e li mise in fuga. Tentavano d’entrare dall’inferriata della camera in basso ove dormiva il povero papà e non mancava molto a sollevarla avendone torto già un grosso ferro. Per fortuna che Sandro e Litta non si svegliarono. È probabile che ci rechiamo a passare l’inverno a Montecarlo o a Menton. Questi continui cambiamenti e viaggi mi procurano molti pensieri e fatiche. Ora però, grazie a Dio, stiamo tutti bene e speriamo passare lieti giorni in que’ bei luoghi. Se andremo, non mancherò di scriverle e inviarle il nostro indirizzo. Ho piacere che abbia gradito la fotografia de’ miei figliuoli e del ciuchino che è sardignolo e assai grazioso. Si chiama Fifì ed è il divertimento di Sandrino. Abbiamo avuta una visita della Gigina Armandi ch’ella ricorderà. Ha sposato anch’essa il cugino ed ha due bei maschietti. Presto avrà luogo il matrimonio d’una figlia del comm. Urtoller col conte Ranuzzi di Bologna e i matrimoni della figlia di Peppina Maggiori. Il povero Lorenzo non potrà più seguitare gli studi, giacché non migliora che pochissimo del suo infelice stato! Gradisca tante cose da Almerico, Litta e Sandro mentre la prego ricordarmi alle sue genti. Ho piacere che Salaghi sia vivo. In un giornale si lesse la sua morte. Qui pure fa bel tempo e l’aria è tepida. Favorisca salutare le Pettini mentre la riverisco e mi dico dev.ma Blandina Almerici.

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